Conte-Italia: manca poco!

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Sembra ormai fatta per Antonio Conte come Ct della Nazionale italiana: nelle prossime ore probabilmente verrà trovato l’accordo tra Tavecchio e l’ex allenatore della Juve per aprire un nuovo corso azzurro che si spera vincente.

Il nuovo Presidente federale ha accettato in pieno le condizioni del tecnico: gli consentirà di scegliere lo staff e garantirà l’assenza di ingerenze esterne (cioè la Lega). Conte si trova d’accordo con Tavecchio ma vuole che l’accordo venga messo nero su bianco, per non ritrovarsi in seguito spiacevoli sorprese. L’accordo è totale anche circa il codice disciplinare e la possibilità di considerare la Nazionale come un club, quindi consentendogli di organizzare i famosi stage durante la stagione, punto su cui Prandelli aveva ricevuto più volte risposte negative. Conte sicuramente non accetterà risposte contrarie dal “sì”.

Nelle sue intenzioni Conte vuole vivere a tempo pieno l’impegno da Ct, lavorando quotidianamente, vedendo le partite delle giovanili e avendo un rapporto continuo con gli allenatori dei club. Il punto su cui bisogna ancora trovare l’accordo è quello circa l’ingaggio: Tavecchio vorrebbe arrivare massimo a 1,5 milioni, ma sa benissimo che Conte sotto i 2,5 non vuole scendere. Per colmare questo milione di differenza probabilmente interverranno i main sponsor della Nazionale, pronti a colmare il milione sapendo che l’arrivo del tecnico leccese riporterà, a livello d’immagine, nelle loro casse la spesa effettuata.

Fondamentale nella scelta di Antonio Conte anche la componente familiare: oltre alla possibilità di passare più tempo con la famiglia, l’altra forte motivazione per Conte è legata al padre, che da sempre sogna di vedere il figlio Ct azzurro.

Una volta chiariti tutti i dettagli, entro sabato si dovrebbe trovare l’accordo tra le due parti, facendo cominciare ufficialmente il nuovo ciclo azzurro. Dopo due Mondiali fallimentari e con un ranking sempre più in caduta libera, tutti sono pronti a concedere carta bianca a Conte, nella speranza di ridare credibilità ad un movimento calcistico come quello italiano ormai affossato da deludenti risultati e, più in generale, da un’evidente disorganizzazione.