Con la vicenda di Marco Reus (la stella del Borussia, che s’è visto alleggerire il portafogli di 540mila euro perché, come svelato dalla Bild, guidava senza mai aver preso la patente) si conferma il difficile rapporto tra i calciatori e le norme stradali. L’hanno pizzicato durante un controllo a marzo, gli hanno chiesto il documento e da qui la confessione e gli accertamenti: dal 2011 in poi si era messo alla guida almeno 6 volte (altrettanti autovelox), così è arrivata la stangata. In Germania le multe si danno in base al reddito e quindi la cifra è da comparare ai circa 3 milioni netti che il fantasista guadagna attualmente all’anno. In Germania qualcosa di simile era già successo con Ribery nel 2007: aveva sempre guidato una Bmw ma senza patente.
Nel Borussia, Reus non è il solo ad aver fatto una bravata del genere: c’è pure Ramos, che non vedendosi riconosciuta la patente colombiana e avendo una conferenza stampa nel giorno dell’esame, pensò di mandarci un amico al suo posto. Il problema è che Ramos è di colore, l’amico bianco: furbata sgamata all’istante, la punta ha patteggiato 30mila euro di multa.
Anche in Italia non mancano casi simili: a Firenze qualche anno fa calò la mannaia sui campioncini slavi come Jovetic, Ljajic, Seferovic, Gulan. Tra patenti non valide e incidenti, tutti stangati. Più creativo il milanista Niang, che prima fu beccato al volante ancora minorenne a Milano e diede false generalità e poi due anni dopo a Montpellier finì una corsa in Ferrari contro un albero.
Della macchina c’è chi si cura poco, tipo Arnautovic che si fece rubare a Milano la Bentley che gli prestò Eto’o. Chi se ne scorda, come Pennant a cui venne in mente di possedere una Porsche quando il parcheggio di Saragozza dove l’aveva lasciata lo chiamò per dirgli che era lì da 5 mesi e che il conto aveva superato i mille euro.
In macchina, però, il calciatore si fa male anche non al volante: Alan Wright, pare, si lesionò un ginocchio perché, alto 1.60, si allungava troppo per arrivare ai pedali della Ferrari; Ever Banega non mise il freno a mano mentre faceva benzina e il Suv gli rotolò sul piede. L’ex Chelsea Forssell, allergico ai gatti, un mese fa trovò un micetto appisolato contro la ruota: oltre un’ora di ritardo all’allenamento per aspettare che il felino si svegliasse da solo e se ne andasse.
Tutti questi calciatori “pericolosi al volante” dovrebbero prendere esempio da Mattia Perin: il portiere del Genoa tre settimane fa è stato pizzicato in stato di ebbrezza alla guida e si è visto ritirare la patente. Il giorno dopo la curva l’ha accolto con lo striscione “Cin cinPerin” e lui ha parato l’impossibile col Palermo, ma non per questo s’è sentito un eroe. E in settimana ha girato uno spot per la prevenzione degli incidenti, facendosi intervistare su codice della strada e condotte da tenere alla guida e chiudendo il tutto con un cinque alto a un agente.