Olimpiadi: la rivincita “dell’ignoranza”

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Durante l’anno stiamo a guardare solo il pallone, diciamoci la verità: ce n’è così tanto, fra campionati, coppe piccole, medie e grandi, che riesce a riempire tutto il nostro tempo; noi, d’altra parte, il nostro tempo lo facciamo riempire volentieri dal calcio, così volentieri che giochiamo ai “metagiochi” – giochi in cui si ricostruisce un altro gioco – tipo Fantacalcio e Football Manager.

Ma ci sono un milione di altri sport di cui quasi ignoriamo l’esistenza e che scopriamo – o nei migliori casi riscopriamo – solo ogni quattro anni quando si svolgono le Olimpiadi. Solo per le Olimpiadi può succedere che milioni di spettatori guardino i cinque minuti di un incontro di Judo: se capita in altri momenti preferiamo addirittura guardare una partita di bocce fino a metterci a dormire.

La cosa bella è che sempre più spesso sono questi sport a rimpolpare il medagliere dell’Italia: il pallone, sport nazionale, è stato davvero avaro di soddisfazioni a cinque cerchi per gli Azzurri. Il primo e finora unico oro risale ai tempi leggendari di Vittorio Pozzo e alle Olimpiadi di Berlino del ’36; fu preceduto da un bronzo a Stoccolma otto anni prima. Da allora in poi solo il silenzio, con l’unica interruzione del bronzo di Atene 2004, dove in rosa c’erano gente tipo Pirlo, De Rossi, Gilardino e Barzagli (gente che due anni dopo diventerà campione del mondo).

Da allora in poi, anche peggio: nelle ultime edizioni delle Olimpiadi, Londa 2012 e Rio 2016 ora in svolgimento, non ci siamo nemmeno qualificati. E allora ecco l’occasione d’oro per gli sport “ignoranti” – che poi in realtà spesso sono di tradizione elevata almeno quanto il calcio – di avere la loro rivincita, andando a riempire il medagliere.

Al momento della stesura di queste righe, l’Italia ha vinto le seguenti medaglie:

  • Il Bronzo di Elisa Longo Borghini nel Ciclismo su strada femminile;
  • L’Argento della coppia Cagnotto-Dallapè nei tuffi dal trampolino di 3 metri femminile;
  • Il Brozo di Gabriele Detti nel nuoto maschile, sulla distanza di 400 metri in stile libero;
  • L’Argento di Odette Giuffrida nel Judo femminile, categoria 52 kg;
  • L’Oro di Fabio Basile nel judo maschile, categoria 66 kg;
  • L’Oro di Daniele Garozzo nella scherma, specialità fioretto maschile;
  • Niccolò Campriani nel tiro a segno maschile, nella carabina da 10 metri.

Niente male per due giorni e qualcosa di gare… Ma appunto, come si può vedere, sono tutti sport che non ci fileremmo di striscio se li vedessimo passare in tv in un giorno qualunque: fra queste attività probabilmente quella più comune è il ciclismo, ma nella sua versione femminile non ha purtroppo lo stesso seguito della controparte maschile. Con la mancata qualificazione delle nazionali di calcio e basket, con la rovinosa caduta di Nibali che gli ha tolto una medaglia praticamente certa, gli sport più praticati in Italia stanno a guardare a bocca asciutta. A tirare avanti la carretta saranno sempre i “secondi figli”, gli “ignoranti”, che spesso vantano tradizioni di altissimo livello – la scherma, tanto per dirne una, è la disciplina in cui l’Italia ha raccolto più medaglia olimpiche in tutta la sua storia.

E poi, nota simpatica, ma forse anche un po’ vera: se escludiamo le medaglie di bronzo, le meno preziose, le titolature sono arrivate tutti in sport dove si mena, si spara, si taglia. Vedi che a volte “l’ignoranza” paga davvero?