Calabria, terra da visitare e da amare

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Calabria d’amare, Calabria da vivere e Calabria da conoscere. La nostra storia rispecchia le radici, costruite dopo secoli e secoli di avventure, degne di essere raccontate alle future generazioni. È difficile fare un completo bilancio, tra guerre, evoluzioni naturali e avvenimenti eccezionali da ricordare, con la Calabria che ha ricoperto sempre un ruolo in primo piano. Anche se le fonti non spaccano la precisione millimetrica, si è scoperto che la Calabria, circa 250 milioni di anni fa, era inserita in una ben più ampia zona, quasi un continente, detto il “Tirrenide” che sprofondò in mare. Faceva, comunque, parte dell’aria individuabile nell’Italia e, quando il clima migliorò, apparve la fauna necessaria per le materie prime da destinare agli uomini.

Scilla – foto CC Pixabay

Le prime tracce dell’uomo

In Calabria, durante il periodo del Paleolitico inferiore, si hanno tracce dell’homo erectus, la cui testimonianza è ravvisabile prima nel catanzarese, precisamente a Casella di Maida e, successivamente, a Rosaneto di Tortora, circa 500mila e 250mila anni fa. La storia della Calabria cammina di pari passo con l’evoluzione dell’intero Mediterraneo, con le popolazioni che ne hanno caratterizzato la storia passate, di conseguenza, anche dalla Calabria, rendendola ricca di straordinari reperti. L’insediamento dei bruzi e dei greci ne diede una fisionomia e una particolare visione agli occhi del mondo, con le cittadine calabresi che conservano, come primo elemento, l’impronta di quell’epoca. È il periodo della “Magna Grecia” e di una cultura ricca di fascino e sapere. Nell’anno 744 a.C. un gruppo di coloni calcidesi fondò l’attuale Reggio Calabria, per poi passare a Messina e iniziare di conseguenza il famoso dualismo.

Altre città portano lustro

La città di Kroton, invece, fu fondata un anno dopo dagli achei sulla punta di Capo Colonna, per poi passare alle colonie di Caulonia, Scillenzio e Bristacia. I calcidesi, intanto, fondarono anche Gioia Tauro, mentre intorno al 710 a.C. furono i coloni ioni a fondare Sibari nell’omonima pianura, e tra le altre colonie si registrano quelle di Scidos, Clampetia, Temesa, Terina, Krimisa e Petelia. Altrettanto importante fu la mano dei bruzi, con il loro popolo che si definì subito indipendente dai lucani, costituendosi con la capitale dei federali, individuata nell’attuale Cosenza.

Un dubbio è rimasto, andando a rivedere l’intera epoca, sulla zona della “Pandosia Bruzia”: secondo alcuni si colloca nella zona tra Castrolibero e Marano, mentre in base ad altre scoperte si sposta decisamente nella zona della Valle Crati, tra Acri, San Marco, Bisignano (detta “Besidiae”) e Luzzi. Sibari, in seguito, fu distrutta e nel 444 a.C. sul suo sito fu fondata la colonia di Turi per volere di Pericle, inerente al piano di distensione dovuto alla pace dei trent’anni nella guerra del Peloponneso.

La Calabria nell’età romana e imperiale

Durante l’età romana, la Calabria subì il saccheggio di Pirro, re dell’Edipo, che fece razzia nel santuario di Proserpina a Locri, mentre in seguito i romani si accorsero anche delle bellezze della Sila, spesso rimaste intatte a distanza di secoli. La Sila fu annessa come patrimonio del popolo romano e, nonostante qualche battaglia di troppo, fu riconosciuta dai protagonisti storici come una meta di sicura attrattiva. Fu il luogo delle vacanze e della bellezza incontaminata, con Annibale che si ritirò nella nostra terra, punendo le città di Turi e Petelia e premiando i suoi alleati bruzi, con una storia delle guerre puniche che fu conservata nel tempio di Hera Lacinia a Crotone. Durante l’età imperiale, l’imperatore Ottaviano Augusto accorpò Calabria e Basilicata nella Regio III Lucania et Bruzi, con capoluogo a Reggio Calabria, che sarà anche, curiosamente, il teatro delle notti calde di Giulia, la figlia di Augusto.

 

La storia e il Cristianesimo si incrociano

Anche la religione prese corpo nel nostro territorio, con il cristianesimo che si fece largo grazie alla parola dell’apostolo Paolo, con la fede cattolica che emerge soprattutto nei centri portuali (non a caso, ancora oggi le statistiche premiano le città di mare in quanto a devozione) e lungo la Via Popilia. Nel 365 ci fu un devastante terremoto che sconvolse l’intero Mediterraneo, cui si unì anche un maremoto che sconvolse le località costiere. Con la suddivisione dell’impero romano ci furono nuovi sviluppi, mentre Alarico, secondo la leggenda, morì a Cosenza, seppellito tra il Crati e il Busento. Un’altra leggenda, soprattutto nel cosentino, parla di un famoso tesoro nascosto dal vecchio Re visigoto, che lo avrebbe custodito in località “Cozzorotondo”, nelle sperdute campagne bisignanesi. Importante fu anche la dominazione bizantina, e in quel periodo furono fondate nuove città come le attuali Tropea, Amantea e Rossano, mentre nell’anno mille ecco arrivare Roberto il Guiscardo e Ruggero d’Altavilla, che conquistarono varie fortezze nella nostra terra.

La svolta del Re

Una svolta arrivò quando divenne Re di Napoli Federico II di Svezia, che curò personalmente la creazione del castello e del duomo di Cosenza, nonché la fortezza di Rocca Imperiale, situata sullo Ionio. Proprio per questo, fu intatta la fiducia dei calabresi negli svevi, con varie rivolte in Calabria contro il dominio angioino. Durante il periodo di Ferdinando il Cattolico (intorno ai primi del 1500) la Calabria assunse un ruolo particolare, con i consiglieri che avevano spesso una chiara matrice calabrese, come il togato Giovan Battista Spinelli, che ebbe la contea di Cariati e fu duca di Castrovillari e Paola. Passarono gli anni e la Calabria borbonica fu messa in grande difficoltà dalla carestia del 18°secolo e non mancarono anche le rivoluzioni.

Calabria terra di storia e rivoluzione

A Pizzo fu giustiziato Murat, cognato di Napoleone, e famosa fu la fucilazione dei fratelli Bandiera. Garibaldi puntò anche sulla Calabria per la sua unità d’Italia anche se esplose, come rapida conseguenza, il fenomeno del brigantaggio, tra le varie scuole d’interpretazione. Nel corso degli ultimi cento anni, la Calabria è diventata una terra di emigrazione, prima verso le Americhe e poi nei paesi europei, con la popolazione calabrese sparsa un po’ in tutto il mondo. Molte delle maggiori personalità emerse negli ultimi anni spesso hanno riscontrato un’origine calabrese, sempre vantata con orgoglio: segno che la Calabria è un patrimonio personale che entra direttamente nel dna. Spesso la storia, e chi la racconta, preferisce puntare il dito sulla Calabria come teatro di battaglie e di scontri ma chi ha attraversato il territorio, nel corso dei secoli e dei millenni, ha sempre preferito elogiare la bellezza fisica e culturale della nostra regione.

Massimo Maneggio