90° minuto, puntata 10-05-2015

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Tanti gol nel 35° turno di Serie A, mentre 90° minuto, pur non potendo mostrare quelli di Empoli e Parma (gare in corso durante la puntata), riesce a incanalare discretamente il campionato. Marco Mazzocchi tiene a bada la tosse di Jacopo Volpi, mentre gli ospiti sono il sempre riccioluto Francesco Colonnese e Angelo Di Livio, che parla già di Paulo Dybala, acquistato dalla Juventus. Proprio dai bianconeri si parte con il primo servizio, grazie a una copertina di Andrea Fusco, il conduttore del 90° di Serie B, che paragona Andrea Agnelli al collega romano James Pallotta, in merito all’atteggiamento tenuto dopo le chiusure delle rispettive curve. Su Juventus-Cagliari 1-1 c’è il riabilitato Marco Lollobrigida e, un’ora dopo, i servizi di Amedeo Goria (bentornato!) e Aurelio Capaldi, che si vedrà nel frame del 2004 di Domenica Sprint sullo scudetto rossonero. Milan-Roma 2-1 è analizzato con un servizio/non servizio di Saverio Montingelli, che non parla mai nel mostrare le immagini della sicurezza allo stadio “San Siro”. Qui siamo davanti a un dubbio storico, cosa che non si pone con Stefano Mattei, il biondo del sabato sera.

Servizi di giornata con il derby di Verona dato in mano a Giuseppe Galati, entusiasmante come la nebbia in autostrada. Ci si riprende con Franco Lauro, pasta d’uomo in Cesena-Sassuolo 2-3, utilizzatore di figure retoriche e maestro severo nel giudizio finale, ma è l’unico a fare gli auguri a tutte le mamme. Il più generoso è Alberto Rimedio piazzato per Palermo-Atalanta 2-3 davanti ai grattacieli siculi, nella fiera dei portieri bergamaschi, mentre Gianni Cerqueti prende la palma del migliore in furgone, diciamo così, con Udinese-Sampdoria 1-4.

Ai “Tempi supplementari” vediamo anche Alessandro Antinelli, palesemente registrato e accompagnato dal polline, per le ultime su Lazio-Inter, e in proiezione futuristica ecco Andrea Riscassi al posticipo di lunedì, ovvero Genoa-Torino. Tiziano Pieri, poi, dà una spruzzata di moviola, mentre si vuole far cascare Di Livio in un trappolone sulla Champions League.

zaireConsentitemi, in conclusione, di dedicare un pensiero a chi non ce l’ha fatta: dopo una lunga malattia, a 66 anni, Ilunga Mwepu ha lasciato la vita terrena. Diranno in molti, chi è costui? L’uomo della punizione più bella mai realizzata, che fece capire (prima di tutti) come il calcio non era soltanto un pallone rotolante nell’erba e uomini in mutande a colpirlo. Mwepu fu colui che scagliò una punizione del brasiliano Rivelino, quando da giocatore del Zaire, governato da Mobutu Sese Seko, doveva mettersi solamente in barriera: da quel momento, il calcio fece della sociologia anche su argomenti come la bandierina del calcio d’angolo. C’era solo un’amara verità, rivelata tempo dopo quella partita tra marziani e neofiti, date le forze in campo : «Pensavamo che saremmo diventati ricchi, appena tornati in Africa, ma dopo la prima sconfitta venimmo a sapere che non saremmo mai stati pagati e quando perdemmo 9-0 con la Jugoslavia gli uomini di Mobutu ci vennero a minacciare. Se avessimo perso con più di tre gol di scarto dal Brasile, ci dissero, nessuno di noi sarebbe tornato a casa». Finì 3-0 per il Brasile, nessuno fu ucciso. Era il Mondiale del 1974, una vita fa.

Massimo Maneggio

Per rivedere la puntata di 90° minuto del 10 maggio 2015:

http://www.raisport.rai.it/dl/raiSport/media/90-minuto-4cb72c9e-28ec-46e9-b7e5-116d8d1b30db.html