Una pioggia di firme contro i tributi esosi ai Consorzi di bonifica

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Li chiamano contributi ma in realtà sono tributi. E anche pesanti. Ma sopratutto ingiusti. Tanto da suscitare un moto di ribellione in una categoria popolata in gran parte da proprietari-contadini. Non è vera rivolta fiscale. Nessuno contesta il dovere di pagare le tasse. Il problema è che si paga senza ricevere un servizio. E, sopratutto, quello che proprio non va giù è l’obbligo di corrispondere un secondo “contributo” “per il conseguimento dei fini istituzionali dei Consorzi di Bonifica”. Che, al netto della pompa, significa semplicemente, in molti casi, mantenere in vita apparati molto obbedienti alla politica di riferimento e poco a logiche di efficienza. I cittadini interessati hanno sperato per anni in una modifica della legge da parte del Consiglio regionale. Invano. E così un giorno si sono organizzati e avviato la raccolta delle cinquemila firme necessarie per presentare una proposta di legge d’iniziativa popolare. Alla fine, le firme raccolte sono state ottomila e ieri sono state depositate a Palazzo Campanella. Adempimento preceduto da una conferenza stampa nella sala “Giuditta Levato” per spiegare bene i termini della questione.

All’incontro con i giornalisti, moderato dall’ottimo Romano Pitaro, partecipano Carmelo De Luca, presidente del comitato; Giovanni Scofaro, sindaco di Malvito e “testimone oculare” dei disagi della categoria; i consiglieri regionali dell’Italia dei Valori Mimmo Talarico e Mario Franchino. La presenda di questi ultimi due ha una ragione precisa: sono stati gli unici a sostenere l’iniziativa. Talarico è stato anche sfortunato autore di una proposta di legge bocciata in aula. De Luca attacca la “gestione opaca” dei Consorzi e l’indifferenza della Regione: “Adesso però ci sono ottomila firme che bussano alla porta. COntinuare a ignorarci è difficile”.

Talarico è binario: “Celebriamo una sconfitta e una vittoria. La sconfitta del Consiglio regionale, che ha sempre schivato il problema, e la vittoria dei cittadini che, in forza del risultato raggiunto, pretendono che l’assemblea non rimanga”. Franchino ricorda i tanti tentativi falliti e, relativamente agli ultimi anni, accusa l’assessore Michele Trematerra di insensibilità. Alla fine interviene anche Giandomenico Caridi, presidente dei Consorzio di bonifica Basso Jonio: “Siamo favorevoli alle modifiche, ma prima ci vogliono i Piani di classifica”. I Consorzi non sono tutti uguali.

Pino Toscano
su: Gazzetta del Sud

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