Trasferimenti calcistici in aumento

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Secondo lo studio dell’Osservatorio del Calcio (Cies) di Neuchatel, Svizzera, i club cambiano rose a gran ritmo: 24,7 giocatori in media. In percentuale c’è stata una crescita del dato dal 36,6% del 2009 al 41,5% del 2014 analizzando i movimenti nelle grandi leghe europee.

Un dato su tutti: Bayern e Borussia Do.; Arsenal, Chelsea, United e City; Juve; Real Madrid e Barcellona; e infine Lione sono tra i club di Germania, Inghilterra, Italia, Spagna e Francia con meno mobilità. Troppe variabili, naturalmente, per considerarla l’equazione del successo – ai vertici anche Real Sociedad, Everton e Montpellier, non certo top club – ma un indicatore importante sì. Nel club bianconero, dal 2009 al 2014, un giocatore resiste mediamente 3,58 anni (con 11 giocatori in squadra da più di tre anni): cifra nobile che la colloca al 16° posto assoluto in Europa. L’ultimo in classifica, il Cesena, ha una media di un anno e mezzo e nessuno in rosa da più di tre anni. Idem il Genoa (1,54). Entrambi al 26° posto della classifica europea per «mobilità». A sorpresa, dopo la Juve, il club italiano più stabile è il Cagliari (media 3,26, al 36° posto).

Discorso non diverso nei grandi campionati europei. Anche le classifiche attuali sono in linea con l’indagine Cies: chi è al comando (Real, Bayern, Chelsea e Lilla) ha una media di stabilità molto più alta dell’ultimo in classifica. C’è però un dato che separa l’Italia da queste leghe top. Considerati i primi 31 campionati europei, Spagna (22°) Inghilterra (23°), Germania (28°) e Francia (29°) sono tra i tornei più stabili in assoluto. Invece la Serie A è all’8° posto, con il 45% di tasso di mobilità, preceduta soltanto da tornei minori: il primo è Cipro (addirittura 57,5%), al 7° posto la Turchia (47,5%), e in mezzo Bulgaria, Portogallo, Serbia, Romania e Grecia.

In Italia il trend è in evidente ascesa. Nel 2009 la mobilità raggiungeva il 40,2%. Nel 2010 siamo saliti al 42,1%, l’anno successivo al 46,3%, nel 2012 addirittura al 48,4%. Nel 2013 una leggera inversione di tendenza (45,2%), ma nel 2014 la percentuale è risalita (47,9%). La media di questo quinquennio è 45%. La Spagna, la peggiore delle altre leghe top, è al 35,7%, mentre la Francia, la più virtuosa, al 30,3%. E mentre Premier e Liga tendono ad avvicinarsi alla Serie A, la virtuosissima Germania riduce ad ogni anno la sua mobilità.

Neanche il trend europeo può essere di consolazione. Nel 2009 la mobilità era al 36,6%; oggi siamo al 41,5%. La media continentale quinquennale è 39,7%: insomma, siamo sempre nella parte bassa della classifica. C’è anche una spiegazione geografica: è l’Europa del sud (Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Turchia, Israele) la più mobile (48,5%), seguita dall’Est (45,5%), dal Centro (41,9%), dall’Ovest (35,9%) e infine dal Nord (31,2%). Sono le conclusioni a preoccupare: «La tendenza evidente ad acquistare nuovi giocatori nei tornei del Mediterraneo e dell’Est non è collegata alla necessità di rimpiazzarne altri venduti per denaro ma…». Il discorso è chiaro. Ci sono categorie interessate al mercato permanente. E non per questioni tecnico-tattiche.

Armando Zavaglia