Quel figlio che non ho voluto ma che sento vivere nel mio cuore

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Vi è mai capitato di incontrare una donna che ha deciso di abortire?
“Ho deciso di liberarmi di questa cosa e non vedo l’ora di toglierlo via”.
Come se si trattasse di un male incurabile da asportare celermente poiché si è in pericolo di vita. Per carità ognuno può regolarsi secondo coscienza: chi non vuole abortire non è costretto a farlo e chi invece lo preferisce è garantito dalla legge. In ogni caso un aborto si consuma nel chiuso di una sala operatoria in cui il feto che non vedrà mai la luce è come se non fosse mai esistito.

Eppure quel cuore è la prima cosa che pulsa insieme con quello della madre. Ma perché tante polemiche? In fondo è solo un battito, stiamo parlando solo di un embrione, una non persona, alla stregua di una fastidiosa presenza.

Eppure già alle prime settimane di gestazione dentro il corpo della madre tutto si modifica e questo la dice lunga che quello che una donna porta in se non è solamente una semplice escrescenza o un dente devitalizzato.

Eppure molte donne ancora oggi sentono vivere nel loro cuore quel figlio che non hanno voluto.

L’aborto è l’interruzione prematura di una gravidanza che può avvenire per cause naturali oppure provocato artificialmente.

Secondo la legislazione Italiana l’interruzione della gravidanza può avvenire nella condizione in cui il feto non abbia raggiunto un peso minimo di 500 grammi all’atto dell’espulsione o estrazione dal corpo della donna, oppure, se il peso non è conosciuto, che non abbia raggiunto la 22ª settimana di gestazione o in alternativa l’altezza di 25 cm.

L’Interruzione volontaria di gravidanza o aborto provocato consiste nell’interruzione dello sviluppo dell’embrione o del feto e nella sua rimozione dall’utero della gestante e ciò può essere provocato per via chirurgica o chimica.

Tale pratica può essere motivata da ragioni di ordine medico, gravi malformazioni del feto, pericolo per la salute della madre, nel caso in cui il feto sia frutto di violenza carnale o per altri motivi indipendenti da quelli indicati riguardanti la condizione economica, familiare o sociale.

Gli aborti in Italia sono in calo del 4,9% e aumenta il numero dei medici obiettori.

25/09/2013 – Alberto De Luca