“Porta al Nord il meglio del Sud” lo spot inteso come un invito ad abbandonare il Sud

Letture: 7231

La pagina Facebook “Vento da sud, vento brigante” ha pubblicato una foto dello spot della BusItalia Fast, azienda del nord facente parte del gruppo delle Ferrovie dello Stato, che condensa in maniera efficace il dramma dell’emigrazione dei giovani italiani del sud verso il Nord.

(Foto dalla pagina Fb Vento da sud, vento brigante)

Dietro un “semplice” spot c’è infatti la sventura di un intero popolo e può essere inteso come un invito ad abbandonare il Sud, a lasciare i propri affetti e la propria terra per mancanza di lavoro, per emigrare verso un Nord più ricco.

“Porta al Nord il Meglio del Sud”, una frase che campeggia sui cartelloni pubblicitari ed utilizzata con molta facilità dall’azienda pubblicitaria. Uno spot, insomma, che difficilmente genera indignazione. 

Per molti sarebbe la prova di una “colonizzazione mentale” ai danni dei meridionali, costretti ad emigrare da oltre un secolo e mezzo. Non è infatti uno spot che invita i passeggeri a viaggiare verso mete turistiche, ma “in quella frase c’è la sottrazione di risorse umane ed economiche del Sud” – si legge nei commenti sui social network. 

Basti pensare che negli ultimi 16 anni da Sud sono partiti verso il Nord un milione 800mila persone, in gran parte giovani. Un fenomeno che interessa tutte le regioni del Sud ed in modo particolare la Calabria e che portano alla piaga dello spopolamento.

Oltre a contare che l’emigrazione di giovani, lavoratori o studenti, alimenta l’accumulazione di capitale umano prezioso nelle regioni settentrionali, è stata anticipata in questi giorni dal Messaggero l’analisi del rapporto Svimez 2018 sull’economia del Mezzogiorno. La domanda interna del Sud, stando all’analisi Svimez in corso di pubblicazione, attiva circa il 14% del Pil del Centro-Nord. Come dire, spiega il direttore di Svimez Luca Bianchi al Messaggero, che “la domanda espressa dai consumatori meridionali per beni di consumo e di investimento ha dato luogo a una produzione del Centro-Nord pari a circa 180 miliardi, 177 per la precisione”. Il Mezzogiorno si conferma, quindi, un primario mercato di sbocco dell’industria settentrionale.