La Calabria vuole ripartire: a tu per tu con Giuseppe Politanò

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Un momento cruciale si sta avvicinando per la nostra Regione, cioè le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale. Abbiamo chiesto alcune riflessioni in merito a Giuseppe Politanò, già Dirigente provinciale di “Sinistra Ecologia Libertà”, impegnato nel territorio della Piana di Gioia Tauro, comune di Polistena.

La Calabria di oggi: una tua opinione in merito.

La Calabria di oggi è innanzitutto una Regione che ci ha dimostrato e ci dimostra come purtroppo una classe dirigente abbia il potere di determinare le sorti di un popolo, in positivo o in negativo. Gli ultimi anni ci hanno raccontato, a prescindere dal colore politico che ha guidato la nostra Regione, come la politica ha speculato su questa Terra, privatizzando e facendo proprio dell’impegno politico uno strumento di realizzazione personale a discapito dell’interesse comune.

Quindi la Calabria di oggi è una Regione che oltre a vivere una grave crisi socio-economica, come confermato dal rapporto Svimez degli ultimi giorni, vive una grave crisi di speranza proprio perchè non c’è una prospettiva futura per un giovane in questa Regione.

Dunque questa crisi a 360° favorisce, purtroppo, anche l’incunearsi della ndrangheta e del malaffare nella gestione della Cosa pubblica e privata.

Tu, da giovane ragazzo impegnato politicamente da diversi anni, che lettura dai al fenomeno migratorio dei tuoi coetanei, che vivono questa seperazione come una liberazione e senza alcun rimpianto, cosa che invece avveniva in passato?

Penso che, proprio per le ragioni sopra elencate, questo fenomeno è ormai quasi diventato normalità in una Terra come la nostra. Però è anche vero che la Calabria per rinascere ha bisogno innanzitutto dei calabresi, ed è questo il messaggio di speranza che dobbiamo far veicolare in questa generazione.

E’ difficile avere rimpianti oggi per chi lascia questa Terra perchè non è una terra fertile in grado di restituire libertà, dignità e diritti a questo popolo. La politica in questi anni ha fatto di tutto per allontanare i giovani dall’impegno in prima persona, impedendogli di assumersi le proprie responsabilità rispetto al riscatto di questa Regione. La sfida principale dei prossimi mesi dovrà essere quella di restituire il coraggio che manca ai giovani calabresi per fargli liberare la forza che hanno dentro e dimostrare ai loro coetanei delle altre Regioni italiane che anche la Calabria ha un futuro e che questo futuro è nelle loro e nostre mani.

Per tanti ragazzi che vanno via, altrettanti restano e si impegnano in associazioni e comitati. Che ne pensi?

Sono sicuramente una risorsa, anzi la risorsa migliore di questa Terra perchè si stanno caricando sulle spalle anche chi è stato e continua ad essere passivo di fronte al dolore e alla disperazione. Movimenti culturali e comitati ambientali rappresentano l’alba di una nuova Calabria che sta nascendo.

La nostra Terra negli ultimi anni ha assistito a diversi casi di controllo e violazione della libertà di stampa. Basti pensare al caso “Calabria Ora” di circa un anno fa. Possibile che in un’era digitale come la nostra si parli ancora di notizie bloccate o false?

L’episodio di “Calabria Ora” ha mostrato all’opinione pubblica nazionale quanto una classe politica possa influenzare anche la libera informazione in un territorio come il nostro. Quell’episodio ci ha raccontato di un sistema di potere sempre più privatista, un sistema di potere che ha elevato alla prepotenza e alla superiorità chi ne fa parte e umiliato e condannato chi invece fa della notizia vera e mai superficiale l’elemento di rinascita di un popolo.

Sicuramente oggi, anche grazie all’utilizzo dei social network o dei blog, è più semplice far arrivare al lettore una notizia vera, o quantomeno la verità della notizia. Il riscatto di questa Terra passa anche dalla libera informazione, ma passa soprattutto da un’informazione che sa essere critica di un sistema e parte attiva di esso e sa essere dunque motore per una ripartenza concreta di un territorio.

Fare politica in Calabria, in base a quanto hai dichiarato fino ad adesso, è quindi più difficile rispetto a farla nelle altre Regioni italiane? Se sì, perchè?

Non conosco politicamente nel dettaglio le altre realtà politiche italiane, ma sicuramente è una domanda interessante per quello che riguarda il territorio calabrese. In questi anni l’impegno politico mi ha visto anche diverse volte scontrarmi con un sistema di potere legato a famiglie e cognomi. Purtroppo aderire a questo o a quel partito in alcuni Comuni è sinonimo di aderire al pensiero di questo o quel dirigente, questa o quella famiglia.

Quindi è sicuramente difficile approcciarsi a proposte politiche nuove e innovative che sappiano anche rompere un po’ alcuni schemi della vecchia politica. Sono tristi gli episodi che vedono scontrarsi dopo trent’anni sempre le stesse famiglie, uno scontro non più dettato da una visione politica diversa, ma bensì figlio solo ed esclusivamente di una rivalsa personale. E’ però dovere di chi si affaccia all’impegno politico-partitico mandare in pensione questo racconto e scrivere una pagina nuova di impegno concreto e di cambiamento reale di una classe dirigente.

Quello che ci hai detto riguarda tutte le Province della Regione o solo qualcuna in particolare.

Sono episodi che riguardano l’intero territorio regionale. Naturalmente ci sono comuni, soprattutto nel Reggino, che hanno un agonismo politico elevato rispetto ad altri, però questo sistema è purtroppo una storia che riguarda tutta la Regione.

Quali sono gli elementi e i cambiamenti sui quali bisogna puntare per rendere realtà il riscatto di questa Terra?

Sicuramente gli elementi che sono utili al rilancio e al riscatto di questa terra sono soprattutto elementi non concreti ma comunque fondamentali, come l’impegno in prima persona, l’assunzione di responsabilità e il coraggio di dire le cose come stanno. Poi sarà necessario ripartire da quelle che sono le risorse che questa Terra ha, vedi il Porto di Gioia Tauro o le nostre coste. Il Porto di Gioia Tauro è il primo nel Mediterraneo ma purtroppo è agli onori delle cronache solo per il sequestro di armi e di droga. Far sì che il Porto di Gioia Tauro diventi “porta d’Europa” vista la sua posizione nel Mediterraneo è fondamentale per il riscatto di questa Terra soprattutto perchè potrebbe favorire scambi commerciali con i paesi dell’Est.

Vicinissimo alla realtà in cui tu vivi qualche anno fa si è verificata una vicenda che ancora oggi noi calabresi ricordiamo bene: la rivolta della popolazione di colore a Rosarno. Pensi che quel fuoco si sia definitivamente spento o che potrebbe rinascere da un momento all’altro?

Penso che non si sia spento perchè purtroppo non ci sono state politiche di integrazione da quel Gennaio 2010 ad oggi, anzi la situazione non è per nulla migliorata perchè immigrati stagionali che vivono nei territori di San Ferdinando e Rosarno sono sempre lì e continuano a vivere in condizioni disumane. In tutto questo e soprattutto in quella rivolta c’è stato il contributo concreto della ndrangheta, che ha calcolato e previsto scientificamente quello che è successo.

La politica e il territorio non hanno saputo dare risposte concrete né alle esigenze di questi lavoratori africani, nè alla gente del posto, non creando misure di collaborazione tra la realtà africana e la realtà calabrese.

In vista delle elezioni Regionali della prossima Domenica, qual è il tuo auspicio?

Sono il crocevia di una speranza. E’ l’ultima opportunità che questa Terra ha di guardare al futuro con la speranza di costruirlo e non con la tristezza di subirlo. Chiudere con un passato recente è fondamentale per ripartire e cambiare davvero.

Rompere con un sistema che negli anni si è preoccupato soltato di gestire poteri ed interessi personali è il punto di partenza per la rinascita civile ed economica di questo territorio. L’auspicio è quello che ogni calabrese parteci attivamente al processo di ristrutturazione di questa Calabria andando innanzitutto a votare, scegliendo liberamente e senza vincoli il candidato migliore.

Armando Zavaglia