- a cura di Pietro Lirangi (http://ilclan05.blogspot.it/2017/04/il-rosso-e-il-nerodi-pietro-lirangi.html)
Ieri non è stata una giornata come tante per qualsiasi tifoso milanista… è stata una giornata di sentimenti contrastanti, la gioia per il tanto sperato passaggio di proprietà che ha scritto la parola fine sul closing e sull’era Berlusconi. Le emozioni pensando ai trionfi passati, la paura per quello che verrà, ma anche l’ottimismo e la fiducia per il futuro per chi come me pensa che questo momento era necessario per cercare di ritornare dove non siamo più da anni. Perché il mondo del calcio è cambiato, ovviamente ci sono i pessimisti che vedono nero e marcio qualcosa di losco, è normale non possiamo avere un unanimità su un momento come quello che abbiamo vissuto ieri ma meglio così il mondo è bello anche perché è vario.
Il calcio si è un gioco ma è anche la metafora della vita, si vince si perde si cade e si ci rialza, così come il Milan negli anni ha vinto rivinto ma è caduto rovinosamente perdendo, negli ultimi 5 anni però il Milan non riusciva più a tenere il passo del calcio moderno, un calcio che si non è freddo MA GHIACCIATO, fatto da economisti e da finanzieri, non più dai mitici patron di un tempo. Il Milan con una politica del risparmio scellerata ha creato, nonostante tutto, un buco di oltre 200 milioni di euro con il rischio di ritornare laddove Berlusconi prese il Milan ovvero in un aula della Procura Fallimentare di Milano.
Il Momento di passare la mano era arrivato da un pezzo sin da quel 2009 quando il patron della “Dolciaria Ferrero” Michele Ferrero offrì 100 milioni in più dell’attuale prezzo di vendita del Milan, ma nonostante le insistenze di Marina Berlusconi, Silvio non ne volle minimamente parlare vendere il Milan all’epoca era un segnale di debolezza per l’allora Presidente del consiglio.
Nel 2009 dopo la pantomima di Kakà inizia la smobilitazione del grande Milan.. anno dopo anno i migliori, i senatori che hanno scritto pagine di storia importante del Milan lasciano, lo scudetto 2011 è solo interlocutorio l’anno dopo la vendita di Ibra & Thiago Silva sancisce la fine del Grande Milan,
Da lì in avanti parametri zero (si fa per dire perché devi pagargli lo stipendio e con le tassazione in Italia non è che siano operazioni a costo zero) campioni ormai stagionati che vengono al Milan a svernare senza portare alcun risultato.
Gli anni passano il Milan arretra sta fuori dall’Europa. Ed è in questo circolo vizioso del risparmio che stava affossando il Milan, Berlusconi ha deciso di mettere la parola fine mettendo in vendita il club.
In ogni cosa c’è un inizio è una fine è la vita non la puoi fermare, le persone vanno e vengono e il calcio non è da meno, il Milan non finisce oggi il Milan va avanti … la vita va avanti..