Il commento “porno” di Giovanni Trapattoni

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Ci sono rituali fondamentali nella vita di un uomo, come ad esempio la pizza e la birra davanti alla tv quando gioca la Nazionale. Ci sono anche ambiti che è necessario tenere separati, come il calcio e le donne: spesso questi due mondi si sfiorano (pensate all’associazione “velina-calciatore”), ma per il comune mortale che siede sul divano a guardare la partita sono cose assai distinte. Quando c’è la partita le femmine semplicemente non esistono.

Quindi quando guardo una partita di pallone il porno è la cosa più lontana dalla mia mente. Ma guardando Italia-Norvegia, ieri sera, c’è stato un pericolosissimo corto circuito: qualcosa, un fulmine, mi ha attraversato la mente e mi sono ritrovato a dire, quasi senza accorgermene «Ma questo è un porno!» È “colpa” del commento tecnico di Giovanni Trapattoni.

Forse alla RAI negli ultimi venti anni hanno vissuto su Kepler 452-b per essersi persi la Gialappa’s Band che perculava le qualità dialettiche del buon vecchio Trap; solo così si spiega la decisione di mettere a parlare davanti ad un microfono un uomo che ha sempre avuto problemi a iniziare un periodo e a chiuderlo coerentemente. Nessuno ne mette in dubbio la preparazione tecnico-tattica – Trapattoni ha vinto praticamente dovunque abbia messo le natiche su una panchina, dalla Juventus al Salisburgo – ma di strafalcioni comunicativi ne ha collezionato un bel po’.

Immaginarsi poi che andando avanti con l’età le cose possano migliorare è da inguaribili ottimisti.

Ma ieri sera Trapattoni si è superato: azione di contropiede dell’Italia, arriva questo testuale commento.

«Sì, così. Allarga… bravo. Ora mettila… bravissimo… Sì, sì sì!»

Esatto, sembra un porno, e di quelli anche fatti male, visto che la voce è quella di un rauco 76enne. Ma in realtà l’azione prevedeva un recupero palla, un lancio di Montolivo verso la fascia destra, Florenzi che crossa in area col pallone che viene ribattuto fuori; sulla respinta Soriano tira dal limite ma la sfera finisce alta, il Trap comunque si entusiasma per l’azione portata avanti bene.

Il povero Giovanni è stato preso in giro dalla Rete con una facilità estrema, immagini ironiche e meme sono diventate virali con gran velocità. Ma il Trap non ha colpe: fa chiaramente una cosa che ha difficoltà a fare, on doveva semplicemente essere messo lì. È un peccato, perché entrare nella memoria di una giovane generazione di italiani per questi pasticci “radiocronici” e non per la strabiliante carriera che è venuta prima è davvero un peccato.

Mettetelo a dire quattro cose alla Domenica Sportiva, mettetelo in uno “studiolo” in trasferta al seguito della Nazionale, qualunque cosa, tutto ma non questo. Trapattoni non si merita di finire come un porno.

Mario Iaquinta