Eterni meridionali “benvenuti al nord”

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nord-sud

Come nel film diretto da Luca Miniero, ancora oggi, sono molti i pregiudizi della gente del nord nei confronti del sud. Senza voler forzare troppo la mano e a fronte di esperienze dirette, si potrebbe benissimo affermare che un meridionale al nord non si sentirà mai a casa propria.

Pur essendo trascorsi oltre 150 anni dall’unità d’Italia la sensazione che si percepisce vivendo al nord è sempre quella di essere classificati come eterni meridionali. Non vi è dubbio che da un punto di vista storico, economico e politico esista una questione meridionale. La differenza fra il nord e il sud d’Italia consiste in una sproporzione concernente il campo delle attività umane, delle organizzazioni cooperanti collettive e produttive, e soprattutto nella profonda diversità fra le consuetudini, le tradizioni, il mondo intellettuale e morale.

In un contesto globalizzato appare paradossale discutere della “questione meridionale” soprattutto nei termini sopra esposti. Per fortuna l’Italia fa parte di un contesto Europeo in cui la  distinzione fra nord e sud è destinata a essere circoscritta a una mera questione locale. Tuttavia, se le differenze riguardanti gli aspetti specificatamente economici  hanno assunto nel tempo un significato globale quelle relative alle consuetudini e alle tradizioni restano gli argomenti più interessanti da interrogare per identificare le differenze fra Nord e Sud.

Allora, “benvenuti al nord” eterni meridionali, nel luogo dove tutti corrono, anche i neonati del nido e spesso senza un apparente motivo. Verrebbe da chiedersi dove vanno così di fretta, ma è quasi impossibile trovare delle risposte. La gente del nord non incrocia lo sguardo con quello altrui e quando qualche volta accade lo distoglie subito. Da parte di un meridionale è sicuramente difficile comprendere il perché ciò avvenga, ma da un punto di vista collettivo si tratta solamente di una questione culturale e per certi versi abbastanza chiusa.

Su al nord si bada alla sostanza e non alla forma. Non si cura troppo il look, non si veste all’ultima moda e spesso capita d’incontrare visi stanchi, distratti e non troppo curati. Seduti al ristorante consumano il loro pasto velocemente, senza soffermarsi troppo sul sapore del piatto. Mentre mangiano leggono il giornale e con le mani unte imbrattano lo schermo dell’iPhone. Altri, invece, masticano nervosamente il loro pasto, rimanendo con lo sguardo fisso nel vuoto.

Ciò nonostante, al nord capita di visitare dei luoghi interessanti, in cui si ha benissimo la percezione del buon gusto e della cura dei particolari, dove ormai il processo di globalizzazione ha assunto scenari universali e la cultura del lavoro è  diventata prima un dovere e poi un diritto. Il più umile dei lavori lo si svolge con dedizione, anche quando si vive nella consapevolezza di essere considerati solamente degli eterni meridionali residenti al nord.

05/11/2013 – Alberto De Luca