Eco distretto a Bisignano, qualche dettaglio in più

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Sono molti i cittadini che chiedono informazioni sul progetto di un eco distretto da realizzarsi sul territorio di Bisignano. Una struttura che sta diventando il tema della opinione pubblica in paese: l’opposizione ha richiesto un consiglio comunale. I consiglieri di minoranza, tra le varie rimostranze, non hanno gradito la mancata convocazione all’incontro con Bruno Gualtieri il nuovo commissario dell’Autorità Rifiuti e Risorse idriche della Calabria, multiutility per la gestione unitaria del settore dei rifiuti e del settore idrico istituita con un provvedimento approvato dal Consiglio regionale. Se n’è parlato di eco distretto anche nella vicina Acri. L’amministrazione comunale di Pino Capalbo – in un comunicato stampa rivolto alla loro minoranza – ha spiegato come “Sull’eco distretto, che dovrebbe realizzarsi a Bisignano, facemmo un passo indietro perché non era contenuto nel nostro programma”.

L’eco distretto a Bisignano dovrebbe portare a un sistema integrato di trattamento, recupero e valorizzazione, in cui sarà possibile la gestione dei diversi flussi di rifiuti nell’ottica di massimizzare i recuperi e minimizzare i costi.

Il progetto della maggioranza per un eco distretto parte da un’analisi preliminare, che ha già escluso la zona industriale come destinataria della stessa. Infatti, l’area industriale è carente di opere di urbanizzazione primaria, priva di servizi e vi è la presenza di importanti culture agricole: realizzarla nell’area industriale e nei pressi della chiesa di San Tommaso avrebbe portato solo caos e disagi alla comunità locale.
La scelta di collocazione per l’eco distretto riguarda un’area nelle vicinanze dello svincolo autostradale, distante 400 mt dall’uscita Torano Castello-Bisignano: i camion avrebbero la possibilità di raggiungere l’impianto senza dover passare dal centro urbano.

L’area totale d’intervento corrisponde a circa nove ettari di superficie, della quale la maggior parte interessata dall’installazione e posa di pannelli fotovoltaici. Sarà preferito un sistema agrovoltaico, ovvero sfruttando i terreni per produrre energia solare, ma senza entrare in competizione con la produzione di cibo e senza consumare suolo.

La zona non sarebbe interessata a vincoli paesaggistici o idrogeologici, esterna inoltre ad aree protette. Da valutare il rischio di pericolosità idraulica del piano gestione per rischio alluvioni, su ciò si dovrà lavorare per eventuale progettazione e realizzazione di opere che portano alla mitigazione di ogni tipo di pericolo.

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