“Drogati” dal desiderio del consumismo

Letture: 2492

albdl.234

Nell’epoca della trasgressione organizzata e forzata è ancora possibile conoscere individui speciali? Sembrerebbe proprio di no, anche se la speranza è sempre l’ultima a morire.
In una società cosiddetta del “viagra di marmo”che rende immortali e in cui tutti indistintamente si considerano degli adolescenti è molto difficile pensare di “accertare” la differenza tra persone normali e speciali.
Nel corso della vita almeno una volta a qualcuno è capitato d’incontrare una persona singolare ossia un punto di riferimento capace di offrirsi senza chiedere nulla in cambio. Una guida attraverso la quale riscoprire se stessi e la felicità che in ognuno di noi è nascosta oppure semplicemente offuscata.

Oggi, in mezzo ai “drogati” dal desiderio del consumismo (per cui dopo la prima volta non si può fare a meno di assaporarne un’altra e raddoppiare la dose) è diventato quasi impossibile recuperare i valori fondanti di una società civile costruita sul principio dell’aiuto e del rispetto reciproco.

Un modus vivendi che rispetto alle preoccupazioni che affliggevano i figli nei confronti dei genitori di un tempo risulterebbe completamente ribaltato. Una “patologia del rispetto” nella sostanza rovesciata con i padri di famiglia e le mamme affaccendati nel garantire ai propri ragazzi un futuro con tutte le possibilità del mondo. Una corsa a chi possiede il figlio più bravo a scuola, all’università, alle gare canore, a quelle sportive e quant’altro. Un “figliol prodigo” che se non consegue buoni risultati di studio è sempre colpa degli insegnanti, per cui spesso si richiede il trasferimento in un altro istituto con previa denuncia a danno del maestro di turno.

«Lei è sua sorella? – No, è la mia mamma risponde la figlia. – Signora, complimenti è quasi più giovane di sua figlia e vedo che segue anche la moda.  – Faccio quello che posso per mantenermi giovane e dopo il lavoro frequento la palestra insieme a mia figlia con la quale abbiamo in comune il personal trainer».

Incredibile come cambiano i tempi!

Persino l’amore fra gli individui è cambiato, oggi, non si fa più, si consuma solamente il sesso anche quello virtuale. Per non parlare poi dei rapporti interpersonali veicolati quasi esclusivamente attraverso i social network.

A trovarlo “ci vorrebbe un amico” come scriveva Antonello Venditti in una sua proverbiale canzone. “Ci vorrebbe un amico/ca per dimenticare il male, per trovarlo/la sempre al proprio fianco, nel dolore e nel rimpianto”…  –  dunque,  buona fortuna!

 03/01/2014 – Alberto De Luca