Cosenza, centro storico da salvare

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Lettera aperta del comitato CASCo all’amministrazione di Cosenza

Con il finire delle feste è tempo di tirare le somme qui nel quartiere S.Lucia, nel Centro Storico di Cosenza. Il comitato CASCo ha deciso di farlo attraverso una lettera aperta all’amministrazione.
Santa Lucia è oggi tristemente famosa soprattutto per i suoi palazzi cosiddetti cassonetto, sebbene esso possa essere considerato – nel suo insieme – un quartiere cassonetto e, nonostante qualche alberello di Natale davanti ai cumuli di spazzatura abbia tentato di migliorarne l’aspetto, è un po’ come cercare di nascondere la polvere sotto il tappeto.
È una realtà volutamente ignorata perché risanarla richiederebbe un impegno (non solo economico ma anche di approccio culturale ed etico) di cui nessuno vuole farsi carico.
E non mi riferisco solo al rischio di crollo degli edifici, ma parlo degli invisibili del Centro Storico. È solo ascoltando le testimonianze di chi quei vicoli li popola da un po’ che davvero ci si rendere conto che è una situazione insostenibile, non soltanto di degrado abitativo, ma anche di disagio umano.

Noi di CASCo lo abbiamo fatto ed abbiamo raccolto qualche voce del quartiere.
Un’anziana signora, M. testimonia come nonostante viva da molti decenni a S.Lucia, non l’ha mai vista in un tale stato di abbandono, tanto da rendere del tutto impossibile la vita qui. Una famiglia di etnia rom che ha ricavato da uno spazio angusto e malsano una casa (per la quale sembrerebbe pagare un affitto) conferma l’estremo disagio, così come un gruppetto di migranti in attesa di permesso di soggiorno costretti a dormire saltuariamente nella villa vecchia perché Cosenza non ha aderito al progetto SPRAR, quando ancora poteva farlo. Questi invisibili vengono assistiti dall’attività instancabile dei molti volontari che a vario titolo se ne fanno carico, sopperendo all’indifferenza e incuria generali. Un mediatore culturale denuncia le gravi responsabilità di una struttura ospedaliera di Cosenza che non accetta le procedure del codice ENI, che prevede di garantire l’assistenza sanitaria gratuita a tutti i cittadini comunitari indigenti. Una volontaria dell’Associazione “S. Lucia” ci offre una testimonianza diretta di cosa significhi fare comunità, garantire momenti di condivisione e reale contatto umano e si fa portavoce dello shock manifestato da molti cosentini che, partecipando ad una fiaccolata nel quartiere proprio nel giorno di S. Lucia, sono rimasti colpiti nel constatare con i propri occhi il degrado, che non si esaurisce nel vuoto di Corso Telesio, ma peggiora brutalmente addentrandosi nei vicoli che salgono verso San Francesco d’Assisi. Il centro storico, quello invisibile ai più, è un posto estromesso dal resto del contesto cittadino, quest’ultimo un salotto addobbato a festa e reso scintillante come il salotto buono di una casa in realtà fatiscente.

C’è soluzione a tutto questo degrado? Non senza un’adeguata programmazione del welfare cittadino. Ed ecco la proposta che CASCo lancia all’amministrazione, per iniziare: il Comune di Cosenza istituisca il Registro dei senza fissa dimora, che conterrebbe i dati di coloro che, pur presenti sul territorio comunale, sono privi di dimora abituale, garantendone i legittimi interessi, dandogli la possibilità di iscriversi nell’anagrafe di questo nostro Comune che può essere considerato – nei continui spostamenti dipendenti dalla natura dell’attività dei senza fissa dimora– come quello dove più frequentemente essi fanno capo, hanno dei parenti o il centro dei loro interessi, un rappresentante o addirittura il solo recapito più facilmente raggiungibile per ottenere le certificazioni anagrafiche occorrenti.

E allora, se è vero che i nostri diritti non sono altro che i doveri degli altri nei nostri confronti, forse è arrivato il momento di chiederci: quali sono i doveri dell’amministrazione cosentina nei confronti degli invisibili del Centro Storico?
L’iscrizione nei registri anagrafici del Comune di residenza costituisce il presupposto di molti diritti e tra questi il diritto all’assistenza sanitaria, il rilascio della carta d’identità, il diritto all’assistenza sociale. E, conseguentemente, dei doveri ad essi connessi. Solo allora l’amministrazione saprebbe con certezza chi c’è sul proprio territorio e di che cosa ha necessità. Senza più alibi. E accorgersi dei più deboli, fornire un migliore trattamento agli invisibili, non può far altro che giovare, a cascata, alla condizioni generali di tutto il resto degli abitanti di Santa Lucia.

Francesco Alimena, Presidente di CASCo – Comitato Area Storica CS