Alla Regione Calabria tira aria di vacanze. La delegazione Bisignanese viene fatta scivolare su una buccia di banana. Arrabbiati più di prima, i rappresentanti dei Comitati Cittadini Liberi chiedono unanimi un impegno maggiore delle istituzioni governative locali e minacciano manifestazioni pubbliche

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Nell’aria c’erano tutti i presagi, ma il bisogno d’incontrare le istituzioni governative ha generato la speranza di poterci credere, quest’ultima disillusa dall’assessore all’agricoltura della Regione Calabria. Quella verificatasi ieri mattina, presso gli uffici regionali, rappresenta l’ennesima beffa di un sistema disattento alle problematiche del territorio. Anche, considerando gl’ impegni quotidiani di un rappresentante illustre della politica locale, la delusione rimane, soprattutto, per il mancato confronto fra la delegazione proveniente dal vicino comune di Bisignano e l’istituzione governativa regionale del territorio calabrese. Il malcontento sopraggiunge, nel momento in cui ci si ritrova come interlocutore massimo il presidente del Consorzio di Bonifica e non l’assessore all’agricoltura come, invece, stabilito in tempi non sospetti nella domanda di audizione, quest’ultima inoltrata agli uffici di competenza, tramite l’impegno del primo cittadino del comune e su richiesta di una delegazione di minoranza e dei cittadini, quest’ultimi bersaglio degli avvisi di pagamento per “iniqui” contributi consortili, inviati dal Consorzio di Bonifica Integrale dei bacini meridionali del cosentino . Il fallimento del tavolo di trattative, organizzato sul momento in una delle tante salette degli uffici, è l’unico risultato sicuro raggiunto, al termine di una giornata afosa. L’unico timido frutto raccolto, invece, è stato, l’impegno da parte dei soli componenti la delegazione, di ritrovarsi presto in consiglio comunale a discutere in merito alla diatriba e vedere di produrre qualcosa di positivo nella direzione di una richiesta di modifica anche della legge Regionale 11/2003, protagonista indiscussa dello strappo fra ente impositore dei tributi e cittadini ormai allo stremo, soprattutto, nelle aree territoriali poste nelle campagne a Nord-Est di Bisignano. Non è possibile, che un ente pubblico in forte crisi economica, il quale non riesce a pagare gli stipendi ai propri dipendenti, richiede le risorse indispensabili alla gestione amministrativa, avvalendosi di una legge “perversa”, a tutti quei cittadini che non arrivano alla fine del mese, inoccupati, disoccupati e padri di famiglia incapaci di tenere testa alle numerose difficoltà e spesso in difficoltà ad avere riconosciuta la propria dignità di essere umano. Per queste ragioni, tutta la popolazione è invitata nei prossimi giorni a riflettere seriamente sulle possibili conseguenze che potrebbero generarsi da uno stato in essere delle cose, le quali galoppano verso un federalismo esasperante che non ha nulla a che vedere con i veri contenuti, invece,  propositivi di questo. L’approvvigionamento delle risorse economiche di un ente pubblico in crisi non spetta di sicuro al “sacrificio di sangue” dei contribuenti, tantomeno deve essere imposto in modo selvaggio, come è avvenuto nel caso specifico del Consorzio di Bonifica, ma deve riguardare l’impegno e l’impiego di forze  da parte di chi gestisce l’ente al fine di promuovere, quest’ultimo tramite la realizzazioni di progetti mirati al risparmio di denaro pubblico e a un maggior beneficio fondiario. Senza queste premesse di certo nessun federalismo è accettabile, ma soprattutto nessuna tassa “illegittima” può trovare il consenso unanime della popolazione. In attesa di manifestare pubblicamente il generale scontento, i cittadini interessati agli avvisi di pagamento devono sperare necessariamente in quelle formule “politiche” sane e democratiche di collaborazione pubblica.

13/07/2011
Alberto De Luca per i Comitati Cittadini Liberi