90°minuto, puntata 29-10-2014

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Quant’è bella la contemporaneità! Seppur di sera, seppur a certi orari, avere otto gare tutte allo stesso tempo è inebriante, come un tuffo nel passato neanche tanto lontano. Forse l’ho già detto in altri interventi, ma avere tante gare allo stesso orario porta solo benefici al calcio: la gente va allo stadio e si porta appresso le radioline, 90° minuto magari fa qualche ascolto in più e confeziona un programma maggiormente decente, le squadre se ne danno di santa ragione in quanto ascoltano le notizie dagli altri campi e girano a tutti, sommariamente, le palle. 90° minuto della nona giornata di Serie A, al turno infrasettimanale del 29 ottobre 2014, si trasforma in quello strano contenitore che raccoglie anche gli esuli di “Stadio Sprint”. Svariati sono i giornalisti negli spogliatoi a scoprire, sempre dopo gli altri delle emittenti a pagamento, quale umore è scoppiato al mister di turno, sempre rispettando l’etica avversaria. Avessi sentito mai una volta: «La mia squadra ha fatto schifo» oppure: «Gli avversari sono stati penosi». Etica sportiva ma ipocrita, senza nulla togliere a chi non parla mai degli arbitri anche se, soltanto in quel preciso momento, dimentica la regola per scagliarsi contro i direttori di gioco. Spesso è il caso di Walter Mazzarri, precario come un insegnante con le nuove riforme scolastiche.Al di là del polpettone iniziale, andiamo all’analisi del nostro/vostro 90° minuto.

calcagnoSi inizia subito con la gioia di Marco Mazzocchi nel leggere i risultati, accompagnata dalla solita presenza di Jacopo Volpi, beccato con la “Gazzetta dello Sport” sotto il tavolo ovale. Soprattutto gli ospiti hanno potenziali inespressi: quelli di Angelo Di Livio sono incredibili, come un novello Pino Cammino: «Io ho visto tutto» (o quasi) sulla vittoria del Genoa sulla Juventus, una sua profezia annunciata a tutto il mondo o, almeno, a quei due milioni di telespettatori scarsi della serata. Lorenzo Amoruso, invece, lo ricordano in studio come mattacchione di “Zona 11” e Tiziano Pieri compare soltanto dopo mezzora, ma ha un ruolo ormai da quadro astratto. Fino alle 00.10 soltanto chiacchiere e ben due servizi, alla faccia dei diritti che Mazzocchi ricorda all’inizio di non avere. Prima c’è Gianni Cerqueti, Genoa-Juventus 1-0 e poi Roma-Cesena 2-0 commentata da Alberto Rimedio. Molto prima c’è il cordoglio per Guido Marilungo, che ha rimediato uno strappo e mister Pierpaolo Bisoli sembra in lutto guardando gli attaccanti che gli sono rimasti, soprattutto il portoghese Hugo Almeida. Si unisce al dramma Stefano Colantuono, intervistato da Donatella Scarnati, che faceva parte di un 90°minuto di fine anni Ottanta e, sommariamente, potrebbe anche beccare qualche servizio per ricordare i tempi andati. Stefano Bizzotto decanta Inter-Sampdoria 1-0 in mezzo al nebbione milanese, mentre Marco Lollobrigida per Cagliari-Milan 1-1 è deluso per non aver visto grappoli di gol. Federico Calcagno con Atalanta-Napoli 1-1 dà il meglio di sé: la gara è frenetica, lui la commenta usando i superpoteri e respirando, in pratica, soltanto a fine servizio. Fabrizio Failla gioisce insieme alla sua squadra e Fiorentina-Udinese 3-0 è un commento gradevole per l’entusiasmo dell’inviato. Gianni Bezzi per Torino-Parma 1-0 mostra soprattutto, a fine collegamento, la famigerata cabina grigia che ha visto tempi migliori. Termina il tutto Giacomo Capuano (e sono le 00.40) e, nonostante l’orario, alle spalle dell’inviato si vedono in cinque a parlottare: Palermo-Chievo 1-0 è una gara che consente già un giorno di ferie a tutti.  A lui e ad Angelo Oliveto, che in venti secondi chiude gli spogliatoi del Sant’Elia, la palma dei migliori della serata.

Massimo Maneggio

Per rivedere la puntata del 29 ottobre 2014: http://www.raisport.rai.it/dl/raiSport/media/-69222f97-f085-48a4-ac61-8cb653c8519c.html