25 aprile: un pensiero da un punto di vista costituzionale e contemporaneo

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Il 25 aprile del 1945 fu il giorno in cui avvenne la liberazione delle città di Milano e Torino dall’occupazione tedesca e così venne scelto simbolicamente per ricordare la fine del regime fascista e della guerra in Italia. Un anno dopo, l’elezione dell’Assemblea Costituente, votata con sistema proporzionale per la prima volta a suffragio universale, dunque pienamente rappresentativa del popolo italiano, affidò alla nuova classe politica il compito di redigere la Carta Costituzionale della neonata Repubblica. Quegli uomini e quelle donne, quei padri e quelle madri costituenti, animati da grandi ideali e profonde speranze, seppero andare oltre le più disparate divisioni politiche e ideologiche con l’intento di salvaguardare la democrazia, riconquistata dopo 20 anni, e preservarla per il futuro, affinché perdurasse fino ai giorni nostri. Per questo la nostra Costituzione mette al centro della società italiana quelle che possiamo definire “le Precondizioni della Democrazia” cioè il diritto inviolabile di TUTTI ad avere garantita l’istruzione, la libera informazione, la salute, una paga dignitosa, di avere garantito il LAVORO. Una Democrazia votata al “Progresso” inteso come benessere sociale di tutti, la creazione dei beni necessari, non il materiale profitto ad ogni costo: solo attraverso quelle condizioni si ha veramente la possibilità d vivere da liberi cittadini. Oggi questi diritti non sempre sono garantiti, poiché ad affermarsi è stato, al contrario, un modello ideologico, sociale, politico, finanziario che non prevede la priorità di questi diritti fondamentali e nel corso degli anni sono andate perdute tante conquiste che erano state precedentemente ottenute. I nuovi movimenti fascisti che imperversano un po’ in tutta Europa, sono la conseguenza di questo vulnus: come intuito dai nostri padri e dalle nostre madri costituenti, i pericoli per la democrazia si creano proprio in questi casi, quando ad esempio, con le politiche di austerità ovvero le limitazioni delle spese pubbliche e il taglio dei servizi sociali essenziali, si viene a creare una condizione di tale malessere nella popolazione che proprio su questa base attecchisce la propaganda che minaccia la democrazia di un Paese. Il NO contro ogni forma di fascismo e dispotismo si costruisce ogni giorno promuovendo un modello di società fondata sui valori della solidarietà, del sapere, dell’attuazione della Costituzione. Celebrare OGGI l’Anniversario della Liberazione ha senso solo se tutti ci impegniamo con le nostre mani, giorno dopo giorno, in grande o in piccolo, per una società migliore, più solidale, più equa, realizzare un progetto per il bene della comunità. Dunque, la PARTECIPAZIONE, partecipare alla vita politica per cambiarla in prima persona laddove non risponde alle esigenze del popolo, far sempre sentire la propria voce, soprattutto quella dei giovani, nel dibattito politico e adoperarsi, in prima persona, per spingere la politica a rendere effettivi questi diritti tanto importanti per la nostra Costituzione, tanto fondamentali per la vita di ogni essere umano. A tutti, un buon 25 aprile.
 
Comitato per la Costituzione e i Beni Comuni