Nessuna raccolta rifiuti? Non pago la tarsu: L’Unc Calabria annuncia ricorsi

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Ogni tassa viene corrisposta per un servizio reso, pertanto se il servizio raccolta rifiuti non viene erogato, si ha il diritto a non pagare la TARSU. E’ quanto sostiene l’Avv. Saverio Cuoco, presidente regionale dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria che preannuncia ricorsi avverso le richieste di pagamento della TARSU, per la mancata raccolta dei rifiuti e per il mancato ribasso delle tariffe comunali che avrebbe dovuto comportare l’esecuzione diligente dei cittadini della raccolta differenziata.
L’associazione a tutela dei consumatori inoltrerà anche una richiesta risarcitoria di euro mille per ogni nucleo familiare, per il pericolo di epidemia e danni alla salute, nonché per i disagi patiti a causa dell’obbligo di dover convivere con cumuli di spazzatura che ostacolano anche la libera circolazione dei pedoni e degli automobilisti.

Sarà bene che il Comune inadempiente nell’erogazione di un servizio, trovi al più presto una soluzione stragiudiziale che soddisfi i cittadini, se vuole evitare di vedersi notificare innumerevoli richieste risarcitorie, la tassa sui rifiuti «indebitamente e illegittimamente» riscossa senza rendere alcun servizio raccolta, anzi mettendo in pericolo la salute dei cittadini e facendoli vivere nell’immondizia, va rimborsata se riscossa e non richiesta se non emesso il relativo avviso di pagamento,

Le richieste di danni, presentate da singoli cittadini e da imprese, si riferiscono non solo a problemi di salute derivanti dall’emergenza ambientale, ma riguardano anche i mancati introiti per attività commerciali e turistiche.

Ricordiamo anche che è preciso compito delle ASL prevenire rischi di epidemie e vigilare sulle misure di prevenzione da adottare ed in questi giorni tutti hanno potuto notare nelle nostre strade, cumuli di spazzatura accanto a prodotti alimentari posti in vendita.

La salute è un diritto costituzionalmente garantito ed  è impensabile che i cittadini siano costretti  a vivere nell’immondizia con tutti i rischi che ne conseguono  soprattutto per la salute,  camminando in mezzo ai ratti  che tra l’altro si riproducono velocemente e girano indisturbati nel traffico cittadino anche in pieno giorno, ma anche le blatte sono portatrici di numerose malattie e tra i rifiuti trovano un ambiente consono al loro sviluppo  e cercando inoltre di non respirare le esalazioni che si sprigionano da montagne di rifiuti che invadono la città.

L’Avv. Cuoco invita i cittadini  a mobilitarsi documentando,  magari con fotografie che testimonino la quantità di spazzatura presente in prossimità del’abitazione, per poter ricorrere in sede giudiziaria avverso l’avviso di pagamento della TARSU, con relativa richiesta di risarcimento, presentando eventualmente anche la relativa querela alla Procura della Repubblica e ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, poiché la mancata raccolta e smaltimento dei rifiuti,  non sono conseguenza di casi fortuiti o di forza maggiore, ma imputabili a  negligenza, imperizia, omissioni ed incapacità gestionale e programmatica delle istituzioni comunali, per tali motivi  non possono le Istituzioni pretendere di richiedere il pagamento della tassa sui rifiuti solidi urbani, avendo  disatteso e trascurato il primario dovere della prestazione del servizio e di tutela dei diritti dei cittadini.

Sempre più spesso il servizio prestato oltre che essere carente è completamente assente, soprattutto per quanto attiene lo smaltimento dei rifiuti speciali (frigoriferi, materassi, mobili, rifiuti speciali,  lavatrici e quant’altro), pertanto il  cittadino-utente  può agire in via giudiziaria per chiedere l’accertamento, dell’inadempimento della Pubblica Amministrazione  e, quindi sentirsi riconoscere la facoltà ed il diritto di sospendere o ridurre il pagamento del tributo, oppure  citare l’amministrazione per violazione dei fondamentali diritti della cittadinanza ed il risarcimento di ogni danno subìto esistenziale o alla salute.

Infatti, ricorda l’Avv. Cuoco, l’art. 59 comma 4 e 6 del D.Lgs.  n. 507 del 1993, istitutivo del tributo per la raccolta dei rifiuti solidi urbani prevede che, nel caso di carente prestazione del servizio, il tributo possa essere ridotto nella misura del 40% o addirittura sospeso.

Inoltre, nel caso di accertato pericolo per la salute pubblica verificato dalle competenti autorità sanitarie il cittadino può sospendere il pagamento del tributo e provvedere a proprie spese alla rimozione dei propri rifiuti (art. 59 co. 6).

Ulteriori informazioni potranno essere reperite collegandosi sul sito internet dell’associazione www.uniconsum.it o telefonando allo 0965/24793.

Fonte: http://www.uniconsum.it/ Martedì 04 Dicembre 2012 06:25
Notizia segnalata da Alberto De Luca