Lamezia Terme: se non paghi, niente acqua

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Pochi giorni fa la So.Ri.Cal. S.p.A. ha comunicato di voler procedere alla riduzione dell’approvvigionamento idrico per il Comune di Lamezia Terme in quanto moroso nei confronti della stessa società; la somma complessiva dei crediti vantati da tutti i Comuni calabresi, secondo quanto riferito dalla Sorical-Veolia S.p.A., è di ben 185 milioni di euro ed interessa 45 Comuni della nostra Regione.

E’ lecito chiedersi come mai gli “esuli francesi”, ormai di fatto proprietari del nostro Bene Comune Acqua, possano ridurre a piacimento l’erogazione idrica; la risposta, molto probabilmente, è in una Convenzione sottoscritta dal Comune di Lamezia Terme al fine di ridurre i debiti accumulati con la società.
Probabilmente anche il Comune di Lamezia Terme ha sottoscritto un atto di rientro dal debito simile a quelli già stabiliti con i Comuni di Bisignano e di Cosenza; è il caso di riportare quanto previsto nell’articolo 2.3 della “Convenzione di utenza” tra la Sorical SpA ed il Comune di Bisignano tra i motivi di riduzione, sospensione o interruzione dell’erogazione idrica da parte della Sorical-Veolia SpA : “per morosità dell’Utente non sanata entro 15 giorni da apposita diffida, senza che l’Utente possa opporvisi, né ridurre, sospendere o interrompere il pagamento di quanto dovuto, o avanzare pretese, essendo ciò espressamente considerato nell’equilibrio contrattuale”.

E a quanto si è appreso da fonti di informazione la causa della riduzione della fornitura idrica sarebbe proprio il mancato pagamento di una fattura, probabilmente stabilito nell’accordo di rientro.

Eppure il Comune di Lamezia Terme è stato il primo ad essere informato dal Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” della illegittimità delle tariffe applicate ai Comuni Calabresi.

La questione di per sé è tutto sommato semplice. La normativa nazionale prevede che per situazioni come quella calabrese, dove non è ancora entrato in vigore il cosiddetto metodo “normalizzato”, la determinazione della tariffa idrica spetta al C.I.P.E.; ma soprattutto prevede che gli adeguamenti tariffari sono competenza esclusiva del legislatore statale.

Tale esclusiva competenza è stata ribadita ultimamente dalla Corte Costituzionale con l’emanazione di 3 sentenze; tra l’altro la sezione di controllo della Corte dei Conti della Calabria, con propria determinazione, riprendendo la sentenza n.142 del 23 aprile 2010 della Corte Costituzionale ha ribadito che “la disciplina della tariffa del servizio idrico integrato è ascrivibile alla tutela dell’ambiente e alla tutela della concorrenza, materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato, ed è precluso al legislatore regionale intervenire nel settore, con una disciplina difforme da quella statale”.

Nell’interesse dei Cittadini attendiamo fiduciosi anche un pronunciamento della Corte dei Conti calabrese su una questione che riguarda TUTTI i Comuni della nostra Regione.

Le tariffe applicate ai Comuni calabresi, in difformità da quanto previsto dalle Normative vigenti in materia, hanno determinato un maggior esborso valutabile in circa 30 milioni di euro fino al 31 dicembre 2008.

Abbiamo appreso con piacere che adesso il Comune di Lamezia Terme ha adito le vie giudiziarie per il rimborso delle somme corrisposte in più alla Sorical-Veolia SpA e sarebbe adesso, quanto mai opportuno che si diano delle risposte chiare e precise sulle tariffe che, anno per anno, sono state applicate ai Comuni; che si spieghi da dove derivano questi adeguamenti tariffari e come sono stati applicati.

Come Coordinamento Calabrese crediamo che il richiedere l’applicazione delle Leggi vigenti sia assolutamente legittimo ed imprescindibile.
Pertanto invitiamo i Sindaci dei Comuni “morosi”, ma anche gli altri, a fare chiarezza, nell’esclusivo interesse delle proprie comunità, sulle tariffe applicate interessando anche le superiori Autorità competenti.

Vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua.
Vogliamo restituire questo bene comune alla gestione condivisa dei territori.
Per garantirne l’accesso a tutte e tutti. Per tutelarlo come bene collettivo.
Per conservarlo per le future generazioni.

Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”