Il Fico dottato, eccellenza bisignanese

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I fichi di Cosenza appartenenti alla varietà “Dottato” rappresentano, da sempre, una vera e propria risorsa economica e sociale del territorio di Bisignano. E’ nella zona della Valle del Crati infatti, che i fichi hanno trovato un habitat ideale, un ambiente collinare moderatamente ventilato che fa sì che la buccia del Dottato non si disidrati troppo ottenendo così omogeneità e morbidezza della polpa del fico in essicazione. Il fico dottato coltivato nel nostro territorio, produce frutti partenocarpici, cioè ottenuti in assenza di caprificazione per cui risultano ricchi di polpa, con semini molto piccoli, infertili, che non si avvertono durante la masticazione.

La raccolta dei fichi – esclusivamente manuale – si effettua tra il 10 agosto e il 10 ottobre e si mettono a essiccare al sole su appositi supporti, le cannizze, costituiti da stuoie realizzate con rami di salice. L’antica esperienza locale e le operazioni manuali di preparazione, tramandandosi di generazione in generazione, si sono consolidate come patrimonio insostituibile del territorio, grazie alla quale abbiamo oggi una grande quantità di derivati: trecce, palloni, melassa di fichi (o miele di fichi) e come le crocette, un tipo tradizionale di lavorazione del fico essiccato, specialità della tavola natalizia calabrese.

IL CONSORZIO

Bisignano è tra i maggiori comuni produttori del Fico con decine di aziende agricole che si occupano della sua produzione. Protagonista della riscoperta e della valorizzazione di questo frutto, è il Consorzio Fico Essiccato del Cosentino (www.fichidicosenza.com) con sede a Bisignano che nel 2011 ha ottenuto il marchio “Fichi di Cosenza DOP“. Grazie al progetto del Consorzio con l’appoggio delle istituzioni, questa filiera storica dell’agricoltura della Valle del Crati è stata rilanciata, diventando oggi una splendida realtà con una superficie di coltivazione di circa 1.500 ettari.

STORIA


La fichicoltura è stata per secoli un’attività fiorente che garantiva alle famiglie reddito e sostenimento. Infatti il menù giornaliero era spesso basato su pane e fichi. L’origine dei Fichi nel territorio della Valle del Crati è attestata da numerosi documenti. “Merchants of Paris and London spoke well of the quality of the Kadota (= Dottato) figs of Cosenza”, (Mercanti di Parigi e Londra, hanno parlato bene della qualità dei Dottato fichi di Cosenza). Così si esprimeva nel 1927 uno studioso americano, I. J. Condit, a proposito dei “Fichi di Cosenza” nel libro “Fig”. Il fico giunse in Calabria probabilmente al tempo della civiltà greco-romana per opera dei viaggiatori che la impiegavano come merce di baratto. Da allora in poi la sua coltivazione si è insediata velocemente, in particolare nella provincia di Cosenza, grazie ad una situazione pedoclimatica ideale. La coltivazione dei fichi nel nostro territorio ha subìto un forte declino nel secondo dopoguerra, fino a rischiare l’abbandono alla fine degli anni Novanta.

ECCELLENTI PROPRIETA’ NUTRIZIONALI E TERAPEUTICHE

Il frutti freschi del fico sono nutrienti e facilmente digeribili, e per questo sono raccomandati in tutte quelle fasi della vita nelle quali sia necessaria una fonte di energia rapidamente utilizzabile. Consumati essiccati diventano un altro tipo di alimento, aumentando il contenuto in fibra e gli apporti di calcio e ferro. Nel fico secco la quantità di carboidrati disponibili arriva quasi al 60%, rendendo l’integrazione della dieta con fichi secchi indispensabile in tutti i casi di magrezza e di stanchezza, sia di origine fisica che psichica. È ampiamente sperimentata l’utilità del decotto di fichi secchi (50 grammi di fichi secchi spezzettati bolliti per 10 minuti in un litro d’acqua) nelle infiammazioni delle vie respiratorie e urinarie, nelle gastriti e nelle coliti. Lo stesso decotto può essere impiegato per gargarismi, vantaggiosi nelle irritazioni delle gengive e nel mal di gola. I fichi cotti si possono impiegare anche per applicazioni esterne in caso di foruncoli, scottature o altre irritazioni della pelle. In fitoterapia vengono utilizzate anche le gemme del fico. E’ anche grazie alle loro caratteristiche nutrizionali, che i fichi del nostro territorio sono ricercati a livello nazionale e all’estero.

CURIOSITA’

Anche il poeta Giovanni Pascoli(1855-1912) era ghiotto dei fichi secchi cosentini: in una lettera spedita da Messina nel ‘900 a Giovanni Patari (1866-1948), illustre saggista e giornalista catanzarese, così scrive: “Carissimo professore, ho bisogno di alcuni prodotti calabresi che non so a chi richiedere e che a me richiedono sorelle e nipotini. Sono principalmente certi ottimi fichi secchi con la noce o mandorle (non ricordo bene) dentro, ed altre specie di fichi secchi in filze e senza noce, e olive seccate. A lei non mancherà modo di ordinare questa cosa (a me note fin dai tempi miei basilischi) a un commerciante di costì che me ne mandi un pacco agricolo di discreto peso e dimensione”.