Il coraggio di Lina Malizia

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BISIGNANO Storie come tante, storie spesso dimenticate dalla troppa frenesia. Sono molteplici gli imprenditori agricoli che, soprattutto nell’Italia meridionale, vengono colpiti da atti intimidatori che colpiscono le aziende, con pesanti ricadute sull’economia locale.Le fredde statistiche non comprendono pienamente anni e anni di sudore e fatica sui campi,che spesso vengono vanificati dalla mano malintenzionata della criminalità a mandare in fumo i sacrifici e, soprattutto, l’entusiasmo di tante persone che lavorano nel giusto della loro terra. A Bisignano, nel 2006, fu colpita Lina Malizia e la sua azienda agricola a conduzione familiare, con i malintenzionati che effettuarono un’escalation di intimidazioni che colpirono la sua casa, nonché anche i terreni e le attività agricole in vari periodi. I messaggi intimidatori colpirono una delle donne più attive della media valle del Crati, che non si è mai arresa anche per garantire la qualità e la tipicità dei suoi prodotti, riconosciuti nei migliori mercati ortofrutticoli e non.I fatti avvennero in località Campovile che, come tutte le zone di campagne, consente purtroppo, con il buio della notte, questo tipo di azioni deprecabili: da allora, Lina Malizia si batte per avere giustizia per sé e per i colleghi nelle medesime condizioni.Ha svolto, nel passato, anche dei sit-in di protesta a Cosenza (nel dicembre 2009 in piazza XI settembre) insieme alla madre che, nonostante abbia passato gli ottanta anni, lavora con l’entusiasmo dei primi giorni nei terreni.

Ora, la stessa imprenditrice Lina Malizia chiede al presidente della fondazione “Calabria Etica” i soldi assegnati per le vittime della criminalità organizzata: da più di un anno, sostiene Malizia, non si hanno più notizie precise su questi onorari, che vengono assegnati dall’assessorato alle Politiche sociali della Regione Calabria. Qualche fondo è arrivato in passato, ma non è certamente mai esauriente per tamponare o comunque risarcire l’imprenditrice nella completezza del danno avuto.

Con svariate telefonate effettuate nei vari uffici istituzionali, nel corso degli ultimi mesi, la donna è stata praticamente rimbalzata da un ufficio a un altro senza ottenere risposte concrete. Ora, però, chiede qualche certezza ai vertici: «I responsabili dei vari settori – afferma la donna – forse non conoscono le realtà che esistono e le aziende agricole che vengono colpite da eventi criminosi. Forse non sanno che, quando l’imprenditore agricolo ha il coraggio di denunciare, ci sono tante difficoltà per rialzarsi, soprattutto in una fase dove l’economia è completamente morta». La speranza è che le richieste dell’imprenditrice Malizia vengano esaudite al più presto, anche per dare un segnale concreto contro ogni qual forma di criminalità, aiutando le persone, nonché le aziende, che hanno avuto il coraggio di ripartire e guardare al futuro a testa alta.

Massimo Maneggio