Granieri, il prete rock apprezzato su Rai3

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“Persino un prete, in questo caso si tratta anche di un religioso, può essere una persona che non teme di esporre, e condividere, anche le proprie mancanze e le fragilità: è proprio questo che ci rende più vicini, fratelli, e più forti quando serve. Ci rende davvero adulti… e diventa un canale di comunicazione potentissimo. Anche della fede.” Un amico giornalista de “La Civiltà Cattolica” lo scrive sul suo profilo Facebook mentre posta il docufilm “Chi dite che io sia?” in onda ogni sabato su Rai 3 in seconda serata, disponibile su RaiPlay. Quel commento riguarda la mia storia vocazionale nata a Bisignano, anche se la conversione cominciò tra Napoli e Roma. Sintetizza il senso del mio racconto davanti alle telecamere. Contattato dalla Rai e interloquendo con gli autori del programma, accolsi la proposta perché convinto della bontà del progetto televisivo: presentare i sacerdoti come uomini innanzitutto, con fragilità e potenzialità che li distinguono in mezzo ad altri uomini del nostro tempo.

Avrei potuto finalmente osare, rievocando ricordi e persone che hanno segnato il mio percorso vocazionale, senza alcuna vanità o voglia di apparire, di carattere sono schivo e riservato. Noi passionisti siamo abituati a vivere ritirati e nella solitudine in Dio. Per una volta, fidandomi dell’istinto, ho aperto la porta del cuore agli sconosciuti, manifestando fragilità, dubbi di fede ed esperienze di paternità. Nei fatti narrati c’era sotteso il nostro paesello, i luoghi dell’infanzia e il santuario di “Sant’Umile”, lì dove rubai la salvezza trafugando una Bibbia dalla sagrestia. Bisignano fu una fucina di talenti, una gioventù con l’argento vivo e con le contraddizioni che distinguono i ragazzi di ogni epoca. Si stava in strada e nei club diventando amici, condividendo ogni tipo d’esperienza. Vicende belle e brutte segnate da una profonda amicizia che dura nel tempo, nonostante le distanze.

Ringrazio i bisignanesi per l’affetto e la stima che sempre mostrano nei miei riguardi. Ogni storia rimane la più bella, le vite di tutti sono conosciute da Dio e a Lui preziose. Spero che ognuno possa avere un confidente cui raccontarla, un uditorio attento e premuroso, un luogo e uno spazio in cui potersi esprimere senza il timore d’essere giudicati. Il Signore Crocifisso e Risorto vi protegga sempre, pregate il Sant’Umile secondo le mie intenzioni, io indegnamente prego per voi.

Vostro concittadino e amico

Massimo