Consuleco: le falsità del PD

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Alla vacuità delle accuse che arrivano  da “Casa PD” a firma del segretario Rosario Perri, questa Amministrazione, ormai com’è suo costume, risponde con i fatti che, almeno per il momento, restano inconfutabili. Il PD di Bisignano, pur se  ormai   totalmente sdraiato all’ombra del Fico, risulta comunque colpito dal primo vero sole di primavera. Diciamo subito che nessuno di questa maggioranza, nel momento in cui si rafforza grazie anche ai pronunciamenti favorevoli del TAR e del Consiglio di Stato (cosa al pd sconosciuta), la determinazioni di chiudere il depuratore privato a prescindere dall’inchiesta di Potenza, è andato ad esprimere solidarietà al suo Amministratore Unico, Vincenzo Morise. Cosa che è sembrata opportuna e facile a molti esponenti del PD tanto che, qualche defilata figura istituzionale,  ha inteso perfino accompagnarli dal Prefetto per sostenerne le tesi.   Dicevamo che questo depuratore deve andare via da Bisignano, a prescindere da Potenza, perché, questa Amministrazione già dal suo insediamento, non gli ha rinnovato la convenzione e, al contrario di quello che scrive Perri, magari sotto dettatura di chi realmente ne è responsabile, si è fermamente opposta (gli atti sono a disposizione),  all’ampliamento del depuratore. Alla conferenza dei servizi del Maggio 2008, solo il Comune di Bisignano ha detto No, peraltro in contrapposizione al parere positivo espresso dalla precedente amministrazione che gli dava semaforo verde. Come si viene oggi a dire che questa Amministrazione nel 2008 ha permesso l’ampliamento dell’impianto? Ecco perché Perri è sprovveduto e chi detta sa di farlo sbagliare. Dal 2006, data di insediamento di questa amministrazione e della gestione Umile Bisignano prima e Damiano Grispo poi, ogni atto prodotto, senza ombra di dubbio e di smentita, va nella direzione di chiudere il depuratore privato, tant’è che lo stesso Morise, con nota del 31 dicembre 2009, al termine di numerosi passaggi giudiziari, si impegnava a trovare localizzazione fuori dal comune di Bisignano. Da qui le proroghe che gli sono state concesse e che dovevano servire solo per smantellare l’impianto. Dal 2006 si è arrivati ad oggi   perché ad ogni atto del Comune la Consuleco si opponeva allungando i tempi. Oggi, intanto, il comune è entrato in possesso del suo impianto ed ha ordinato (Gennaio  2016) alla Consuleco di chiudere l’impianto privato perché operante su suolo comunale. Questi sono sempre dati inconfutabili. Quello che resta vero, invece, è che il depuratore parla la lingua di Carmelo Lo Giudice ed Angelo Rosa e, guarda caso, oggi i figli se ne ergono a difensori: Francesco Lo Giudice come consigliere di opposizione e Francesco Rosa nella sua veste di Vice Presidente della Camera di Commercio e presidente  della Cna di Cosenza. Certo, diranno, insieme alla cgil, paladina della protesta operaia, difendiamo i lavoratori “dimenticando” le varie aree di crisi in cui versano le aziende della zona e le condizioni in cui, moltissimi operai, sono costretti a lavorare. Ma lì è meglio “interpretare” lo struzzo. Da annotare che l’”ambientalista” Francesco Rosa vuole realizzare un impianto a Biomassa nell’area industriale. Ma, veniamo all’inchiesta di Potenza. Figurarsi che il PD, a metà aprile chiede che venga fatta piena luce e che si accertino le responsabilità. Anche qui l’Amministrazione è avanti di qualche mese. Infatti ha dato incarico all’avvocato Giuseppe Magarò, già nel mese di Gennaio, per accedere agli atti della Procura di Potenza e verificare le condizioni per eventuale costituzione di parte civile. Anche questi sono fatti. Alla luce dei fatti, se responsabilità ci sono in questa vicenda, caro Rosario Perri, li devi cercare solo in “casa” tua e non nasconderli con la famosa “foglia di fico”.

Comunicato Stampa
Comune di Bisignano