Il paese che sta odiando il diritto di pensare


Il bilancio del 2019. O uno “spiegone”, perché essere onesti in questi territori è una virtù? Conviene essere onesti? Il rischio è di passare per fessi o ingenui? Hanno ragione i “votafaccia”?
Con questi dubbi utili o inutili ci congediamo dall’anno 2019 e, probabilmente, l’ultimo ostacolo sarà sempre il più difficile da superare. La sensazione più brutta di quest’anno è il totale senso della non-comunità, l’assenza del tessuto sociale. A partire da quelli che “timbrano” il cartellino nelle chiese, per passare alla miriade di associazioni per andare anche oltre. L’anno 2019, inutile girarci intorno, sarà ricordato su questo territorio per un omicidio, perché di tale si tratta.
Il 2019, ovviamente, non è stato solo cronaca nera, ma il vox populi si è animato con tanti episodi e tante analisi, più o meno giuste. E andiamo a sfatare un falso mito: magari fossimo solo il paese della cultura! Perché per un periodo di tempo si sentiva solo dire che eravamo tutto ciò. E non è vero. Non sarà mai vero. Parliamo di cultura, giusto? Se ne vedono ancora di castronerie, partendo da quelle in materia storiografica: far passare i dominatori come dei sovrani illuminati ci sembra una grandissima barzelletta. Fino a cent’anni fa avevamo padroni e schiavi, non proprio come nell’antico Egitto (ma quasi) sentite qualche episodio dai vostri nonni o zii più anziani e vi accorgerete che il pensiero di questo scritto non è propriamente una buffonata.
Politicamente, è iniziato il “girone di ritorno”, due anni e mezzo sono trascorsi a metà dicembre, perciò inizia il lato B dell’amministrazione Lo Giudice (inteso come disco, non pensate altro…). Anche perché il “mercato di riparazione” non è nemmeno cominciato, ma sono state tante le defezioni raccolte durante il tragitto. Era l’inverno del 2017 con il primo caso Pirillo, che ha ridato le deleghe da consigliere comunale dopo qualche mese, mentre prima ancora la composizione della giunta fu fatta quasi al fotofinish. Poi l’ex assessore Lucantonio Nicoletti che chiedeva l’allontanamento del vicesindaco Graziano Fusaro. E qui, a più o meno un anno dal cammino, doveva esserci il primo ritiro delle deleghe collettivo, almeno ad avviso di chi scrive e stabilire già da quel momento gerarchie, colpe ed eventuali colpevoli (se ce ne fossero stati).
Sul caso, poi, la colpa era a un certo punto ricaduta su quanti avevano pubblicato lo sfogo di Nicoletti, dimostrando come a livello comunicativo già la bussola si era persa da tempo o forse non era stata nemmeno trovata. Poi Nicoletti e Gina Amodio – dopo un azzeramento generale – subiranno il ritiro delle deleghe nell’ultimo Consiglio comunale di aprile 2019 e, a luglio, toccherà a Ornella Gallo lasciare tutti i ruoli politici, in seguito stessa sorte per Francesca Coschignano (compiti e modalità diverse. Per maggiori dettagli consultare questo sito a proprio piacimento). E all’ultimo Consiglio dell’anno, Francesca Pirillo ha lasciato il ruolo da amministratore della “Bisignano Servizi” e con ciò anche le speranze di chi la riteneva – obtorto collo – un elemento della maggioranza.
A pensar male si fa peccato, ma totalmente idioti non siamo diventati. Si parla di cultura, di democrazia e tutto quello che volete, ma certi atteggiamenti sono quantomeno fastidiosi e irrispettosi.
Speriamo in una viva smentita, ma lo speriamo vivamente, perché certe modalità tipicamente bisignanesi poi portano solo all’allontanamento, allo spopolamento e a portare diverse professionalità fuori da questi territori. Poi, una volta andati via, se ne vedono pochi rientrare eh…
A proposito di richieste. Oltre quella vana per i consigli comunali in streaming, era cosa carina togliere il logo dei “Comuni Virtuosi” dai documenti ufficiali del Comune e sostituirlo con qualcosa di più attinente al territorio. Questo, in virtù del fatto che come rivelato dal presidente dell’associazione “Comune Virtuosi”, ovvero Marco Boschini «l’ente Comunale è inadempiente per il pagamento delle quote sociali, con la conseguente espulsione dall’associazione». La curiosità giornalistica si esaurisce qua sull’argomento, ora fate come vi pare.
Masman