A Bisignano, “il cielo è sempre più blu…”

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Un cielo azzurro sovrasta tutta la valle del Crati facendo risplendere le campagne circostanti dei colori e dei profumi tipici della primavera. Un’esplosione di gialli, verdi e rossi con qualche sfumatura di lavanda e ciclamino. Peccato che, a demolire l’immagine di un luogo così suggestivo ci siano le montagne di spazzatura sparse inesorabilmente su tutto il territorio. In queste belle giornate di sole anche il centro storico appare in un’altra veste, ma anche qui qualcosa disturba la magia, con la netta percezione di un paese vecchio, abbandono e rassegnato. Un territorio apparentemente fermo in cui è molto difficile capire la sottile linea di demarcazione fra il lecito e l’illecito. Tutto appare svolgersi nella più ampia tranquillità anche quando a irrompere nella quotidianità calabrese è la denuncia di Striscia la Notizia intervenuta qualche giorno fa in merito all’emergenza dei rifiuti. Di Bisignano non si è fatta parola eppure è proprio in questo comune che fino a qualche mese fa imperversava una battaglia contro la realizzazione di un ecomostro per lo smaltimento di 180 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati. È apparso strano che nessun promotore di quella tanto agognata lotta sia intervenuto a dir la sua e che la stessa famosa trasmissione televisiva abbia sorvolato sulla situazione di Bisignano e di altri comuni limitrofi. In tutto il drammatico contesto bisignanese spunta la buona novella della riapertura della scuola di Liuteria, veramente troppo poco rispetto a ciò che in questo paese non avviene più ormai da decenni. Una notizia senza alcun dubbio molto positiva ma che non si sposa per niente con l’immagine di un “mal costume” generalizzato. Non si possono indossare gioielli sulle vesti strappate e con le scarpe rotte. Piazze abbandonate, cittadelle lasciate alla mercé delle erbacce, strade colabrodo o completamente inesistenti, illuminazione pubblica divelta, sporcizia ovunque, rappresentano solamente alcune delle più evidenti disgrazie che attanagliano il paese del Sant’Umile. Fiori rosa o fiori di pesco, ma quello che manca è lo sviluppo, ossia il volano che produce il lavoro per tutti e quella dolce vita che a oggi sembra defunta. Per non parlare della zona a valle lasciata in balia di pantegane grosse come dei gatti. Circa un mese fa un anziano a bordo strada imprecava contro i responsabili di cotanta incuria poiché aveva praticamente demolito la sua nuova macchina incappando in una voragine lungo la carreggiata che taglia in due il territorio industriale di Bisignano a modo di location di film western. Proprio così, in quei luoghi abbandonati dovrebbero transitare le carovane dei pionieri e non le utilitarie dei cittadini. Quella non è l’unica zona del comune a presentare buche killer ma la peculiarità riguarda tutte le direttrici di campagna dove per i danni prodotti sui veicoli di proprietà degli utenti si spendono in riparazioni somme superiore ai trecento euro mensili. Ciò nonostante nessun amministratore si preoccupa di risolvere questa inaccettabile e vergognosa situazione. Matteo Renzi dal Parlamento italiano fa sapere che “non ha l’età” mentre per noi bisignanesi gli anni passano e le vacche ingrassano solamente nelle stalle di qualcuno mentre quelle dei soliti ignoti sono già morte da qualche tempo.

25/02/2014 – Alberto De Luca