Ucciso e fatto a pezzi. Fermata la figlia

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Ucciso e fatto a pezzi. È una scena da film dell’orrore quella che si è presentata davanti a carabinieri e vigili del fuoco nell’appartamento al secondo piano di uno stabile di Trebisacce dove viveva Riccardo Chiurco, insegnante in pensione e vedovo, di 72 anni, i cui resti, in stato di decomposizione, sono stati trovati smembrati e sistemati all’interno di otto scatoloni incellophanati e chiusi con nastro adesivo. In casa c’era la figlia della vittima, Stefania, di 38 anni, studentessa fuori corso della facoltà di Medicina dell’Università di Perugia. È stata lei ad aprire la porta ai militari che avevano bussato per chiedere notizie del padre. La donna, che quando tornava in Calabria condivideva l’appartamento con il genitore dopo la scomparsa della madre, è stata fermata e portata nella caserma dei carabinieri della cittadina, dove è stata sentita per diverse ore. L’area circostante l’abitazione in cui è avvenuto l’omicidio, subito riempitasi di giornalisti, fotografi e cameramen ma anche di tanti curiosi, è stata transennata e resa off limits.

Gli investigatori dell’Arma, dopo avere preso visione del contenuto degli scatoloni con parti di cadavere accuratamente sigillati e trattati con calce viva, hanno allargato lo spettro degli accertamenti anche ai cassonetti della spazzatura ubicati nel quartiere. Nella casa degli orrori, un appartamento decoroso per una famiglia economicamente agiata come quella dei Chiurco, è giunto anche il sostituto procuratore della Repubblica di Castrovillari, Silvia Fontebasso, che però non ha però rilasciato dichiarazioni. La vittima non si vedeva in giro da alcuni giorni, qualcuno dice una ventina, circostanza che aveva insospettito i vicini di casa, messi in allarme anche dal cattivo odore che proveniva dall’appartamento. Un dato che angosciava soprattutto i parenti del docente in pensione che vivono a San Demetrio Corone, paese distante alcune decine di chilometri. Proprio un fratello di Chiurco, da giorni senza notizie del congiunto, era giunto stamani a Trebisacce e, non avendo avuto riscontro (la nipote non rispondeva più nemmeno al telefono), si era deciso a chiedere aiuto ai carabinieri.

C’è incredulità e sgomento anche e soprattutto per le modalità del delitto tra gli abitanti della frazione marina di Trebisacce, che conoscevano la famiglia Chiurco ma soprattutto quella della moglie, anche lei insegnante e figlia di un commerciante molto noto in paese. Difficile sapere di più sul movente del delitto. Quel che trapela un pò a mezza bocca è che da un pò di tempo tra padre e figlia, attualmente in Calabria ma che per molti mesi dell’anno vive a Perugia, c’erano liti continue, forse per il fatto che la donna non avesse ancora completato gli studi.

Clemente Angotti (Ansa)