Tirocinanti chiedono risposte in questo difficile momento

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La pandemia mondiale ci sta mettendo in ginocchio e in una regione come la nostra con economia già precaria, con la perdita della giovane Presidente, viaggiamo a braccio.
Ma pur considerando il momento storico bisogna sottolineare che c’è una categoria in qst Calabria che già gravemente danneggiata negli anni dalla politica, e dimenticata nel precedente lockdown dal Governo, ora non può e non deve essere lasciata alla deriva.
Parliamo dei 6500 tirocinanti, famiglie che vivono con un’indennità mensile di 500 euro.
Il loro è un grido disperato…”Non supereremo un altro fermo”! Non hanno disponibilità economiche per far fronte all’emergenza, hanno figli e famiglie da sfamare.
Sono disposti a tutto pur di continuare a portare il pane in tavola.
Per i Governi nazionale e regionale deve essere un impegno fermo, trovare soluzioni nell’immediato prima che la pandemia causi più morti di fame che per il virus stesso.
Nel mese di settembre si era paventato un tavolo tecnico con il Ministro Catalfo, la quale si era resa disponibile ad affrontare la delicata situazione dei tirocinanti, precari del lavoro nero da più di 10 anni, e traghettarli verso una forma di contrattualizzazione, restituendo così diritti e dignità negate, l’dea sposata dai Sindaci, dalla componente Regionale e dalle parti sociali si è però arenata nei meandri della burocrazia.
Il CSA dal mese di Maggio richiede misure straordinarie, in previsione di una nuova e scontata ondata di contagi e le conseguenti restrizioni lavorative, di oggi la notizia dei primi decreti restrittivi!
Il CSA tirocinanti pretende ora che quelle misure di tutela diventino reali e tangibili, che sia appoggiata all’unanimità la costituzione di un bacino, degli ultimi precari regionali, con la storicizzazione delle risorse, ma nell’attesa che tutto ciò trovi concretezza, preannuncia lo stato di agitazione.

CSA – TIROCINANTI