Si lavora per vivere. Ma Fornero, Monti e i politici di mestiere non lo sanno

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Non si vive per il lavoro ma si lavora per vivere, la razza padrona, quella cui appartiene la ministra Fornero non potrà mai comprenderlo. Lei come l’intero governo nazionale appartengono alla overclass, classe superiore, ed è cocente delusione per coloro i quali pensavano che potessero tenere in debita considerazione i bisogni della gente comune.

Ciò che questo governo ha prodotto grazie all’incondizionato appoggio di Pd Pdl e Udc, lo dimostra ampiamente.

Non solo la classe media, ma soprattutto il comune cittadino che vive alle soglie della povertà ne sa qualcosa e per il sud ancora peggio nonostante la magrissima considerazione di aver pur sempre navigato in acque difficili ad oggi ulteriormente intorbidite.

Il lavoro non è solo un diritto costituzionalmente previsto e fondante la repubblica italiana, è ancora di più un sacrosanto diritto naturale che rende dignità ad uomini e donne costituenti la società civile.

Il faticare, posto fisso, dipendente od autonomo che sia,  non è un optional, non è uno svago o passatempo per consumare l’esistenza,  per la stragrande maggioranza degli umani è necessità del  vivere e del dar vita.

Ma la politica pare non saperlo, l’arroganza, sopruso e supponenza dei tecnici al governo non bastano a nascondere l’ignavia ed indifferenza di coloro che nati con camicia e cravatta ed indossata la giacca di deputati, senatori e portaborse non vedono disagi ne sentono lamenti.

Il cratere citato da Monti è stato causato dall’ingordigia di una falsa politica che ha trasformato il servizio in business e pur di colmarlo governo e partiti affaristi non esitano a scaraventarci i tanti cittadini che dicevano di voler tutelare e rappresentare.

Ma oggi nella nostra amata nazione chi è che vive bene e non risente di alcuna crisi?

Le imprese o chiudono o arrancano tra sofferenze ed invadenze di uno stato sempre più di polizia; le categorie professionali sempre più inflazionate sopravvivono mendicanti; impiegati ed operai  vivono sull’orlo del precipizio; precari, disoccupati, inoccupati sono ormai passati dalla miseria alla povertà.

Chi sono coloro che vivono ridenti e gaudenti nonostante la pur grave ed esasperante morsa finanziaria?

E’ ben evidente ed alla portata di tutti il verificare: i pochi grandi industriali, i banchieri, le varie caste della burocrazia istituzionale, i politici che del servizio ne han fatto mestiere ed affare di famiglia; questi non hanno problemi di stipendi, super ed abbondanti,  ne di affamanti pensioni dopo una vita di stenti.

Questa è l’Italia che abbiamo voluto, auguriamoci che tutti vogliamo cambiarla, Cassano e Balotelli non possono bastare.

Li 30/06/2012

Raffaele Papa
Coord. Prov. Cs MpA