Si è svolto il convegno olivicolo nella sala della biblioteca Comunale

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Un interessante seminario si è tenuto il 29 novembre alle ore 11.30 presso la Sala della Biblioteca Comunale, dove si è discusso dell’olivicoltura in Calabria. Il seminario formativo è stato organizzato nell’ambito del programma “L’olivicoltura di qualità come codifica della tradizione nella modernità degli interventi”, finanziato ai sensi del Reg. CE 867/2008 azione 2.B. Il dibattito è stato organizzato dall’Associazione “L’olivicola Cosentina” che vuole riaffermare il brand di un olio di qualità da riproporre sul territorio calabrese.

L’associazione da 27 anni presente sul territorio, vuole diventare un punto di riferimento, oltre che per i suoi seimila associati anche per tutti i nuovi iscritti che vogliono garantirsi i giusti diritti per il proprio lavoro.

Si è discusso dei progressi da perseguire per una nuova olivicoltura e delle sfide della nuova Riforma PAC, per l’attualizzazione e la verifica di un disciplinare di buone pratiche agricole per migliorare la qualità degli interventi. Non a caso Bisignano è stato scelto luogo del convegno: nella cittadina cratense, l’olivicoltura è uno dei punti di forza dell’agricoltura, con aziende e privati che ogni anno esportano la bontà dei loro prodotti in tutta Italia. Il dibattito, moderato da Elio Stavale, ha ospitato esponenti del settore, che hanno sottolineato l’importanza del settore agricolo, in un momento non facile come questo.
Massimo Magliocchi, presidente dell’Associazione Ovicola Cosentina, ha riassunto gli obiettivi futuri e i problemi attuali. <<In questi ultimi tempi – afferma Magliocchi – assistiamo a una aggressione degli altri paesi della comunità europea che squalificano il mercato. Se il prezzo del produttore in azienda è di quattro euro, mi chiedo come è possibile avere dei prezzi da banco da tre euro>>. <<Non conosciamo queste alchimie – conclude Magliocchi – e la nostra unica strada da seguire è di migliorare una qualità già oggi abbastanza soddisfacente, per garantire al consumatore finale un prodotto che rispecchi il duro, ma onesto, lavoro che sta dietro una bottiglia. Il nostro olio calabrese non è inferiore a nessuno>>.
Si è parlato anche, nel corso del convegno, di denominazioni Dop e Igp, con quest’ultima già abbozzata dalla stessa associazione e inoltrata al Ministero delle Politiche Agricole, in modo da presentarla e confermarla poi alla Comunità Europea.
Ad intervenire, inoltre, Enzo Perri del Centro di ricerca per l’olivicoltura e industria olearia, Roberto Morelli, responsabile sezione territoriale Agecontrol Cosenza e Alfonso Ruffo, coordinatore del progetto regionale CE 867/2008.

Massimo Maneggio