S(en)ex, water closet e altri (as)cessi

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Guai a farla fuori dal vaso. Questione d’igiene, educazione, morale, regole, bona crianza, …ça va sans dire. Convenientemente allusiva o semplicemente forzata la metafora del vaso, sebbene discriminante per ovvi motivi, non perché degenere ma evidentemente di genere e soprattutto da toilette. Prova provata dell’intento di cercare di centrare il bersaglio, sine e/o cum tavoletta, senza tergiversare…

Dritti al centro, ligi al dovere o all’andazzo generale nell’inattendibile agnizione di se stessi. Omologati si diceva un tempo. Intruppati, senza idee extra-ordinarie per la testa, in riga, perfetti equilibristi. La finta trasgressione del sabato sera, quella tanto gradita al giornalismo alla Lucignolo, l’unica consentita, tacitamente permessa, persino incoraggiata. Guai però a dire che il re è nudo! …E come cristo vi permettete? L’osceno del potere non ammette obiezioni per convenzione, mettetevi gli occhiali piuttosto! E avanti march! “Presto vieni qui, ma su non fare così/ ma non li vedi quanti altri bambini/ che sono tutti come te / che stanno in fila per tre/ che sono bravi e che non piangono mai! …/ E’ il primo giorno però domani ti abituerai/ e ti sembrerà una cosa normale/ fare la fila per tre, risponder sempre di si/ e comportarti da persona civile! (E. Bennato)”

In una mattinata come altre, aggirandoti nel girone infernale degli ignavi, niente da scegliere perché è già tardi. La scena: lo spazio euclideo tra il letto, il cesso e la cucina. Un orecchio attento al gierre, forse nemmeno tanto, un po’ per abitudine e un po’ per curiosità: le ultime dal mondo. Sì, proprio una mattina in cui manderesti allegramente tutti a cagare. Se non altro, per fortuna, niente reflussi gastroesofagei. Pericolo scampato almeno per il momento. Anzi no. Nemmeno per sogno. Hai parlato troppo presto. L’untuosità delle melenzane della sera prima a palesarsi tutt’a na vota cu nu muttunu, all’unisono con il proferire del premier: “Credo possiate leggere sui giornali di oggi tutto il contrario della realtà. Abbeveratevi della disinformazione di cui siete protagonisti. Povera Italia, con un sistema informativo come questo. (http://www.youtube.com/watch?v=pLgnuaA8f-s)” Hai visto? Ma chi parri a fari? … Ma se lo sai che le melanzane a cena…! …Ma che melanzana e melanzana (mi) cunti? La melanzana (Solanum melongena) è solo la melanzana (Solanum melongena) o se proprio si vuole luminciana, a ra visignanisa. È Paperon de’ Paperoni Berlusconi piuttosto che non hai mai digerito, fin dalla sua discesa in campo a reti quasi unificate, quel funesto 26 gennaio del 1994 (http://www.youtube.com/watch?v=3OlQ762Qh-A). Ghillu e tutti i sua, per inciso.

Annus horribilis in decade malefica” il ‘94, per via delle gelate, della grandine, di nottue e dorifere ad abundatiam fra i solchi i luminciani ed altre tre o quattro calamità, tra cui non ultima la discesa in campo dell’Unto del Signore. Non che gli altri siano meglio, ma però… Il Pd sine & cum elle è illuminante di per sé (in proposito o a conferma il clamoroso discorso di Violante nel 2003 http://www.youtube.com/watch?v=_stxOSyxE7k.) Sì, lo so che lo sai che “ma però” non si dice, ma lo fai apposta, nostalgia della buona e vecchia matita rossa ma soprattutto del rosso. Piuttosto… é già tardi, tu ancora in mutande, l’uoglio in canna e che fai? “…Ancora tu, non mi sorprende lo sai / ancora tu, ma non dovevamo vederci più? (L. Battisti)” …E tu cchi ffa? Ti metti a pensare a quel diavolo d’un Berlusconi ed alla sua montane senilità priapica? A Berlusconi e al suo troiaio? Del resto, Vittorio Sgarbi su Libero del 21/ 6 /2009, parola per parola, aveva pur detto: “Chi comanda fa sesso, non per sé, ma per il paese /…/ Berlusconi ha convertito il motto siciliano e andreottiano ‘meiu cumannari che futtiri’ in ‘meiu futtiri pi cumannari’ …Per Berlusconi la frequentazione dell’universo femminile, compreso il corteggiamento e la seduzione, è curativa: cosicché da queste vicende …si ricava, per chi non l’avesse già saputo… che per Berlusconi non avere soddisfazioni sessuali significa governare male…. il premier fa l’amore per tutti gli italiani su loro delega, al grido di ‘Silvio, sei tutti noi. Se non lo fai tu chi lo fa?’ E Silvio si sacrifica con continue notti in bianco. Cosa possono capirne gli altri? Chi comanda domina e la massa è femmina.” …Cribbio che genio! Beh, dategli un premio a questo novello Freud/ Crepet/ Meluzzi, qualche partecipazione da opinionista a “Domenica in” magari in compagnia della Parietti, e qualche escort/velina/sveltina in più per ringalluzzirlo nei momenti di stanca, ma per carità al più presto toglietecelo dalle palle. …Ecco, hai visto?! Non solo sei un misantropo, pure un masochista. Senza contare che sei pure invidioso. Sì, per via del sesso. La jouissance benedettiddio! …E non mi venire a dire che… Ah, dimenticavo, pure astioso. Ti conosco. A questo punto potresti pure azzardare la tua frase fatta. “I moralisti sono persone che rinunciano ad ogni piacere eccetto quello di immischiarsi nei piaceri altrui. (Bertrand Russell)” Niente Karl Kraus per una volta. E poi ricordati il premier è pur sempre il premier e, presto o tardi, pure il nuovo capo della procura di Bari lo scagionerà (Il Procuratore Capo del capoluogo pugliese: «premier fuori da responsabilità penale» così il Corriere della Sera.it 11/ 9 /2009). Del resto dovresti ormai saperlo che la politica berlusconiana si risolve precipuamente nel “Distogliere l’attenzione dai problemi veri, troppi aggrovigliati per essere sciolti con un qualche coup de théâtre; semplificare le articolazioni strutturali amputandone le parti irriducibili al controllo. Insomma, creare una sorta di autocrazia del pollaio. (Fenomenologia di Berlusconi di Pierfranco Pellizzetti, Manifestolibri)

Meglio un’altra citazione in mezzo al guado di veline, velinume e bava alla bocca. Ancora “In fila per tre”. Ancora Bennato che nell’anno domini 1974 così cantava: “A qualche cosa devi pur rinunciare/ in cambio di tutta la libertà/ che ti abbiamo fatto avere/ perciò adesso non recriminare/ mettiti in fila e torna a lavorare…/ e se proprio non trovi niente da fare non fare la vittima se ti devi sacrificare/ perchè in nome del progresso della nazione/ in fondo, in fondo puoi sempre emigrare.” Già il progresso e le tue luminose aspettative. Quante ignominie e sfaceli in nome del progresso e quante lusinghe! Il doppio pesismo, le corsie preferenziali sine & cum diritto di precedenza, la doppia morale, il mercato delle indulgenze, …e quante occasioni per i Berlusconi ancora alla nursery! E poi Berlusconi non fa peccato a prescindere, e chi non ha peccati scagli la prima pietra. L’ha detto a Cuneo, nella sua lingua, pure Umberto Bossi: «Dietro al caso escort? Le cosche.» …Del resto di che ti meravigli? Trattasi pur sempre di Berlusconi, compreso i suoi trascorsi, e del suo immarcescibile ottimismo, cribbio! Inoltre, per completezza d’informazione potresti abbeverarti al Corriere della Sera del 10 settembre 2009 (che ha scippato lo scoop a La Repubblica ahi, ahi!) che pubblica i verbali di Gianpaolo Tarantini, sotto inchiesta a Bari. Verbali in cui l’imprenditore parla di “18 serate da Berlusconi, con 30 ragazze”, e dice di aver “pagato una cena elettorale a favore di D’Alema” (ahi, ahi!), raccontando inoltre di rendez vous (no, non si trattava di meeting!) con prostitute dell’allora vicepresidente della Puglia Frisullo (Pd). Quasi quasi verrebbe da suggerire La-qualunque: “cchiu pilu ppi tutti”! Cristo che bel paese l’Italia!

“…E l’Italia va a puttane” titolava Liberazione del 19 giugno 2009, come se non fosse già bastato il tour mondiale delle foto scattate a Villa Certosa di Topolanek col micheymouse all’erta, in bell’esposizione, a rendere l’Italian style in politica un modello da esportazione. Le avventurette extra-coniugali di Cosimo Mele e Silvio Sircana sono ormai solo un pallido/ squallido ricordo. Cetto la Qualunque da parodia si è fatto prototipo, modello, archetipo. Certo, a volte, si potrebbe avere la sensazione che tutto questo parlar di sesso senile fra Palazzo Grazioli e Villa Certosa, serva all’opposizione (ma c’è un’opposizione?) per allontanare l’attenzione d’altre imbarazzanti situazioni, la malasanità in Puglia ad esempio (e dai vari D’Alema, Vendola, Emiliano), ma avvalorare oltremodo questa sensazione potrebbe risultare tutt’altro che un’illazione.

Facendo assegnamento alla teoria dei vasi comunicanti, ti verrebbe senz’altro da domandare: …ma ve li ricordate i giornali e le televisioni nazionali, solo qualche anno fa, quando a Palazzo dei Bruzi sgattaiolò fuori, chissà come e perché, una garçonniere? Per via di quella tresca passata agli annali, con l’inevitabile epilogo di cicogna, ceffoni e rampogne. Sì, la storia in rosa tra Lady Giuliva Catizone e lo Zar Nicola I di tutte le Calabrie!  Bei tempi quelli, niente rifiuti per strada e tutt’Italia ad appassionarsi al feuilleton di Adamo & Eva! Ci fu chi auspicò addirittura che quell’accadimento segnasse l’inizio di una nuova stagione della politica bruzia, insomma che quella storia di ordinario sesso facesse finalmente da stura ad una politica al passo coi tempi. Nicola Adamo come Berlusconi? …Ma va’ là! E che c’entra? Cosa c’era e/o c’è da nascondere a Cosenza? Persino l’intreccio malato pubblico /privato della Consorzio Valle Crati è venuto fuori limpidamente in questi giorni di mancata raccolta dei rifiuti per le vie della città di Telesio, senza che nessuno si sia sottratto dal dare la croce addosso agli operai in sciopero. E poi lo Zar Nicola I di tutte le Calabrie è modesto per natura, per niente un recordman come Berlusconi. Sì, recordman ed Il Migliore, signori! Così come riferirà il Corriere della Sera.it del 10/ 9/ 2009: “Berlusconi si è poi definito «recordman» per quanto riguarda i giorni trascorsi a Palazzo Chigi come premier, avendo superato con 2500 giorni da Presidente del Consiglio, anche Alcide De Gasperi, fermo a 2497 giorni. «Credo di essere di gran lunga il miglior Presidente del Consiglio dei 150 anni della storia italiana» ha concluso Berlusconi.”  Forse il premier, con il suo ottimismo, che trasuda da ogni poro e foruncolo (per via dell’acne ritornategli miracolosamente in tarda età), è all’oscuro di quel motto popolare che testualmente recita: chini s’avanta sulu è ciucciu di natura.

Alfine cosa aggiungere? In attesa della rivoluzione cantati una canzone, caro il mio esimio, e la melanzana solo a pranzo per incominciare. “Vonno purtà p’o munno/ l’idea e nu progresso:/ hamburger, macchinoni/ sapone pe’ lavà o cesso/ Accattateve uno e tutto/ facite e capriole/ lassate sta e prublemi/ penzate a cunzumà!/ Cantateve e canzoni / fatevi una famiglia / sognate notte e giorno / i viaggi organizzati! (e Zezi)” E ricordati di sollevare sempre la tavoletta del w. c. e di tirare lo sciacquone, please! No, non ti domanderò com’è andata avanti la mattinata. Come cristo può essere andata avanti una stupida mattinata in cui non lesineresti certo sui vaffanculo? Piuttosto, …ma chi cazzo l’ha detto che il mattino ha l’oro in bocca?

Rosario Lombardo