Scuolopoli – 4 Salti in Pagella

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Triplice fischio finale sulla scuola italiana: il ministro Gelmini compie l’ultimo atto di un miserere travagliato e porta in anticipo i regali delle feste, a grandi e piccini. Meglio di un vino pregiato o di un abbonamento al cinema: questo DDL calza a pennello per la new generation della new global, tra un breafing, un time out e uno stop di petting. I tempi sono cambiati in fretta e ora il futuro dell’intero sistema scolastico è stato deciso da una studentessa universitaria, triste e solitaria, che nella sua stanzetta umida riuscì a laurearsi solamente con tre anni di fuori corso. Tesi scialba e ricordo annebbiato: sarà stata anche lei a manifestare con quelli del centro sociale o studiava come una pazza, seguendo con anni di anticipo il consiglio di Dorian Grey?

Mah, chi lo sa e che ce ne frega. Il 2010 si è chiuso con un’altra perla: dopo un mondiale disastroso, abbiamo un ministro ancora più disastroso a fare più danni di Vittek, infilando l’ideale Marchetti che sta in ognuno di noi. Studenti e ricercatori, così come Marchetti, sono fuori rosa, o fuori dal tunnel, sperando veramente che arrivi la fine del mondo tra poco meno di due anni, a cancellare mesi di rabbia e di sconforto. Dare il futuro dell’Italia in mano alla Gelmini ha rappresentato il più assurdo dei non sense, e di questo passo la riforma della giustizia sarà affidata a Toto Rina e Edward “mani di forbice” diventerà ministro della salute. O magari Scilipoti, Bondi e Calderoli canteranno a Sanremo, con un bel brano razzista, tanto Belen sculetterà ugualmente.

Tornando alla nostra Santissima Maria Stella, possiamo dire di aver trovato la Savonarola del terzo millennio: gli studenti stanno di sotto, con la faccia sotto i piedi, e lei comoda li calpesta. Gli universitari, però, non sono miti viaggiatori del tempo, le penne non sono prese dalle oche scannate e i conti non si fanno sul retro di una carta da macelleria. Ci sono ragazzi risvegliati dall’urto della disperazione, fatti con il fil di ferro e pronti a tutto per salvaguardare il proprio futuro. Hanno fatto baldoria, certo, qualcuno ancora rimarca credenze antiche, ma in fondo tutti, e dico tutti (riferimento a little Brown, alias il ministro Brunetta) abbiamo avuto venti anni. E la gioventù, si sa, non è una malattia, ma la consapevolezza di essere all’avanguardia: pensate, i ragazzi sono riusciti a corrompere anche una vacca e lo sterco buttato sul portone di casa Gelmini poteva bastare per un esercito. Il dubbio sorge spontaneo: che la mucca sia nauseata o solo affetta da una brutta colite?

Il nuovo modello universitario, in particolare, negli anni premierà gli atenei più virtuosi, evitando parentopoli, scuolopoli, e giri di magagne “made in Italy”. Niente di più falso: è già testato che i parenti non entreranno dalla porta bensì dalla finestra, al sud non arriverà un euro in più neanche ad ammazzarli e scuolopoli vivrà ogni anno nella mente dell’autore, come una tassa doganale. I ricordi più belli degli ultimi anni sono, senza dubbio, qualche bestemmione di un professore precario, che ignaro di attentati e bombe resisteva stoicamente a far lezione, oppure i nonnini di Acquaformosa che per salvare i nipoti hanno provato “l’ebbrezza” del rimettersi in gioco, alla faccia dei ben pensanti settentrionali, pronti a firmare sull’arretratezza della Calabria.

Un’altra grande novità è rappresentata dal “Codice disciplinare” per presidi e affini, pubblicato il 21 ottobre sul sito del ministero, e dunque già attivo. Un codice passato inosservato, ma non per questo meno variopinto e pieno di allegre discussioni. Da qualche mese il dirigente scolastico è un sorvegliato speciale, con una crisi di nervi sempre in agguato: ben 350 sono gli euro di multa ai malcapitati che alzeranno la voce nei confronti di un genitore, se non indosseranno il cartellino di riconoscimento o se non metteranno la targa fuori dall’ufficio. Il bravo genitore, di conseguenza, attaccherà il preside direttamente sul portone della scuola, con l’ispettore e la Gestapo a controllare il tutto. Il codice disciplinare assume le forme di quello di “Hammurabi”, arrivando anche al massimo della beffa, o toccando il colmo, ben peggiore del fondo, poiché è un limite sempre scavalcabile. I responsabili d’istituto dovranno anche misurare le loro opinioni in pubblico, altrimenti scatterà una bella sospensione dal servizio, con la trattenuta da tre giorni sino a tre mesi di stipendio, integrando, con questo, anche il codice Brunetta, ben peggiore di quello venduto in libreria, sul comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Nient’altro? Cara Maria Stella io ti voglio celebrare come un prete sull’altare, ma sapendo la tua situazione familiare soffocherò il mio amore, provando ora a rubare Mara Carfagna dai sogni di un mio collega. 

Massimo Maneggio