Sanità peggio di prima, terra perduta? No, si, forse

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Qualche settimana fa ha suscitato un vespaio di polemiche la dichiarazione di Corrado Augias secondo cui la Calabria è terra perduta ed irrecuperabile.
Tanta meraviglia, risentimento ed anche risposte assai dure nei confronti del giornalista il quale aveva espresso a suo dire il proprio sentimento,  anche in modo da scrollare le tante coscienze fin troppo addormentate.
Augias ha sicuramente esagerato ma a ben guardare ciò che accade nella nostra terra, in particolare in materia di sanità, forse tutti i torti non li ha.
Se pensiamo che dopo tutte le disavventure dei mesi scorsi con il ridicolo balletto e teatrino per la nomina del nuovo commissario della sanità, ci ritroviamo una situazione peggiorata da tutti i punti di vista, allora se non siamo perduti poco ci manca.
Del resto, nella generale indifferenza, si è arrivati al punto che con DCA n.26 del 12 febbraio 2021 viene espresso testualmente quanto segue:
“ il Commissario ad acta, prefetto Guido Nicolò Longo DECRETA DI PRENDERE ATTO della persistenza delle condizioni inidonee riguardo al personale, agli uffici e ai mezzi necessari all’espletamento dell’incarico commissariale;”.
Ecco, il nuovo Commissario è stato nominato da circa tre mesi e siamo ancora al punto di partenza, anzi no ancora prima ed oltre alle dichiarazioni di circostanza nessun  passo è  stato mosso.
Siamo davvero all’assurdo e se non fosse per la drammaticità del sistema sanitario, acuita dall’emergenza pandemica, si potrebbe pensare ad un brutto scherzo di carnevale, ed invece no, è tutto vero , l’Istituzione tenuta a risanare il fallimento persistente, decreta a se stessa di non poterlo fare.
Evidente che il Commissario Longo è stato lasciato solo, abbandonato ed allo  sbando, sembra la fine dello Stato di diritto prossimo al nulla ed allo sfacelo.
Auguriamoci che i Ministeri della Salute e delle Finanze cui questo decreto viene inviato, almeno lo leggano, altrimenti oltre che perduti diventiamo anche irrecuperabili.
Augias docet, nostro malgrado.
Raffaele Papa