Riparti Bisignano sul Consiglio: “Legalità, raccontiamo le cose per intero…”,

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L’ultimo consiglio comunale dello scorso 25 gennaio continua a far discutere, l’ultimo intervento di “Riparti Bisignano” fa una cronologia dei gravi fatti nel corso del tempo subiti da vari amministratori. Una serie di riflessioni da analizzare e su cui prendere spunto anche in futuro.

Comunicato stampa “Riparti Bisignano”

A volte si rimane basiti su come viene raccontato uno spaccato della  storia amministrativa della nostra città di 20 anni fa dai banchi del consiglio comunale, avendo difronte pochissimi concittadini, che possono non ricordare, ed a una platea di sindaci della provincia di Cosenza che, invece, non la conoscono.

E questo è accaduto la sera del 25 gennaio nel corso del consiglio comunale straordinario, a seguito delle intimidazioni a danno della consigliera Sita e dell’assessore Balestrieri.

Con il suo intervento conclusivo il sindaco Francesco Fucile ha premesso che questa convocazione da lui voluta fortemente scaturisce per un analogo atto intimidatorio subito nei suoi confronti nel 2004 quando era consigliere comunale di opposizione, per il quale l’amministrazione comunale del tempo non ha inteso convocare un consiglio comunale straordinario.

Certamente raccontata così la storia dà un certo sbigottimento per una amministrazione comunale che non ha preso una posizione pubblica di solidarietà rispetto a quell’atto intimidatorio a danno dell’allora consigliere di opposizione Fucile.

Ma le vicende di quegli anni vanno raccontate tutte e per intero, altrimenti si cerca di distorcere la storia e soprattutto il senso della memoria di quegli anni, lasciandoci ammorbare da mezze verità!

Ed allora partiamo dal fatto che il primo atto intimidatorio fu perpetrato nel 1992 e lo ha subito il nostro concittadino Nino Miglio, allora vicesindaco della giunta del compianto Sindaco dott. Rosario Spinelli e per quell’episodio non fu convocato nessun consiglio comunale in forma straordinaria per denunciare il vile gesto.

E passiamo al periodo di riferimento dell’intimidazione subita dal consigliere di opposizione Francesco Fucile ossia  gli anni dell’amministrazione comunale del compianto prof. Rosario D’Alessandro  (2001/2006): dopo appena un anno di amministrazione lo stesso sindaco Rosario D’Alessandro  si è visto recapitare una testa mozzata di agnello dentro una busta appesa alla porta del suo garage; un gesto intimidatorio di matrice mafiosa diretto alla sua persona ed al suo mandato di carica istituzionale.

Ebbene in quella circostanza l’Amministrazione D’Alessandro  scelse in condivisione con la prefettura e le forze dell’ordine  una linea di comportamento senza clamori mediatici ma di fermezza contro quel gesto mafioso continuando senza paura la propria azione amministrativa. A distanza di circa  due anni al vicesindaco Roberto Cairo (zio della attuale vicesindaca Isabella Cairo) incendiarono l’auto parcheggiata sotto la propria abitazione. L’anno successivo stessa sorte toccò al capogruppo della maggioranza, nonché Presidente della comunità montana destra Crati,  Francesco Attico, con l’incendio di un camion e parte del fienile della sua azienda agricola ed  alcuni proiettili di pistola esplosi alle finestre della propria abitazione.

Crediamo che le intimidazioni subìte dall’amministrazione comunale D’Alessandro siano state, finora, le più pesanti e preoccupanti e che malgrado tutto a quella amministrazione comunale va riconosciuta la realizzazione di importanti opere sul territorio.

Per cui ci sembra davvero imparziale, lacunosa e faziosa la narrazione fatta dal sindaco Fucile la sera del 25 gennaio citando solo e soltanto l’incendio della propria auto, senza peraltro ricordare sempre in quel periodo anche l’incendio dell’auto del dott. Sandro Vilardi all’epoca anche egli consigliere comunale di opposizione.

A nostro parere il Sindaco, nel suo intervento scritto, avrebbe dovuto citare doverosamente tutti gli atti intimidatori di quel periodo per rispetto della verità ma soprattutto per il rispetto di chi è stato vittima di quelle intimidazioni, ma così non è stato.

Eppure, in quella seduta consiliare al sindaco sarebbe bastato alzare gli occhi per notare che seduto tra il pubblico si trovava il nostro concittadino Nino Miglio per ricordarsi di quel primo atto intimidatorio a danno di un amministratore di Bisignano, ma soprattutto si sarebbe ricordato che per quell’atto intimidatorio NON ha proposto e chiesto da consigliere comunale di maggioranza un consiglio comunale straordinario ed aperto di condanna per il vile gesto!

Pertanto, ci è sembrato doveroso puntualizzare e contestualizzare una narrazione completa di quel periodo caratterizzato da intimidazioni a danno di amministratori di maggioranza e di opposizione, fermo restante che l’atto subito nel 2004 dal consigliere Fucile rimane un fatto grave ed esecrabile e per quanto ci riguarda il gruppo Riparti Bisignano sarà sempre dalla parte di chi subisce queste violenze, perché al primo posto dei valori poniamo la LEGALITÀ e la DEMOCRAZIA e mai e poi mai avvalleremo intimidazioni, violenze e soprattutto il malaffare!

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