Reliquie di Sant’Umile rubate. L’appello della chiesa: “Non abbiamo mai perso la speranza”

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La Chiesa è tornata a parlare dei furti sacrileghi compiuti a Bisignano e a Paola. Le Reliquie di Sant’Umile vennero rubate nel 1977, quelle di San Francesco di Paola nel 1983.

Riforma di Sant'Umile Bisignano

“Se qualcuno può fornire indicazioni utili e aiutarci a rientrarne in possesso spero si faccia avanti, non è mai troppo tardi” dice don Enzo Gabrieli, responsabile per l’Arcidiocesi di Cosenza e Bisignano dell’ufficio che si occupa delle Cause dei Santi e delle Reliquie.

“I fedeli aspettano ormai da decenni e noi non abbiamo mai perso la speranza. Confidiamo nel lavoro delle forze dell’ordine e accompagniamo il loro operato con la preghiera”.

Il furto delle reliquie di Sant’Umile: un mistero lungo 45 anni

Il furto di spoglie di Sant’Umile, il miracoloso Frate bisignanese, è stato compiuto nella notte tra il 13 e il 14 marzo del 1977: qualcuno entrò nella cripta contenente le spoglie del Santo e le portò via.

Le ossa del santo erano custodite in un’urna d’argento, opera di orafi napoletani, ed era rivestita da sottili lamine d’argento ma non di considerevole valore. Il suo vero grande valore, invece, era rappresentato dal suo contenuto costituito dai resti mortali del corpo dell’umile francescano bisignanese beatificato il 29 gennaio 1882 da Papa Leone XIII e proclamato santo da Giovanni Paolo II.

Il 25 Gennaio 2012 uno sconosciuto si presentò al priore del santuario e gli lasciò un pacco contenente delle ossa umane avvolte in un giornale datato proprio 1977. Tutti pensarono che potesse finalmente trattarsi delle spoglie di Sant’Umile che venivano restituite alla comunità da un ladro pentito, o che addirittura si trattava di un miracolo del santo. Ma purtroppo per i fedeli, gli accertamenti scientifici smentirono l’ipotesi. Le ossa, si scoprì, appartenevano a due uomini: uno vissuto intorno all’anno 1030, e l’altro tra il 1270 e il 1400. Non poteva dunque trattarsi delle spoglie di frate Umile che morì nel 1637.

Furto a Paola

Le reliquie di San Francesco da Paola, il santo venerato in tutto il mondo, vennero sottratte dal Santuario nella notte tra il 2 e il 3 ottobre 1983. I ladri fecero ritrovare qualche giorno dopo, una parte del bottino: i denti, il saio, il Rosario, uno zoccolo di legno del Santo. Questi furono rinvenuti all’interno di un sacco di plastica sulla via Ostiense, a Roma. I carabinieri del generale Roberto Riccardi stanno facendo di tutto per rientrarne in possesso del resto del “bottino” arraffato nel santuario.

Alla villania compiuta contro Sant’Umile e San Francesco si aggiungono altri episodi simili dal finale diverso. Come ad esempio a Cosenza quando nel 2012 venne rubata una corona in argento sul capo della statua della Madonna nell’antica chiesa di San Domenico. Le forze dell’ordine riuscirono a individuare il ladro costringendolo a restituire il prezioso ornamento.

Le indagini

Gli investigatori del Nucleo regionale di Tutela del Patrimonio Culturale, lo scorso anno hanno avviato nuove indagini. Per tentare la complicata impresa di individuare i gli autori dei furti, gli investigatori stanno rivedendo le vecchie inchieste e gli atti processuali conservati negli archivi dei palazzi di giustizia calabresi. Un lavoro difficile che al momento resta ancora senza effetti, anche se una cosa è certa: la criminalità organizzata fu estranea ai fatti criminali compiute a Bisignano e Paola. “Dopo i furti” spiega don Gabrieli “è cambiato il modo di conservare i resti dei Santi, oggi sono molto più protetti che in passato”. “Chiunque voglia e possa aiutarci” sottolinea don Enzo Gabrieli “può contattare l’Arcidiocesi o una qualsiasi parrocchia, anche in forma anonima”.