Psc, Fucile: “Va fatta una correzione seria, cittadini rischiano”

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Il Psc è analizzato da Fucile: i cittadini rischiano di non poter fare domanda superbonus

OSSERVAZIONE SU QUANTO PREVISTO AL CENTRO STORICO NEL NUOVO PSC IN FASE DI ADOZIONE (di Francesco Fucile)

L’amministrazione Statale, al fine di incentivare la ripresa dell’economia e contestualmente favorire il risparmio e l’efficienza energetica delle abitazioni, ha emanato una serie di norme che permettono ai cittadini di usufruire delle agevolazioni fiscali per gli interventi di adeguamento/miglioramento sismico e di efficientamento energetico, a costo zero, grazie al c.d. superbonus al 110% (Decreto Rilancio 2020).

Tale provvedimento, seppur con molte difficoltà a causa della burocrazia, è ufficialmente partito e nel nostro comune tanti sono i tecnici che si stanno occupando delle progettazioni per clienti, in particolar modo nel centro storico, che più necessita di interventi.

Molti cittadini, congiuntamente ai propri tecnici di fiducia, si sono allarmati in quanto, l’ultima versione del PSC approvato nel Consiglio Comunale, impedisce di fatto l’applicazione delle norme previste dal superbonus di miglioramento energetico, in quanto, all’art. 169 (Centro Storico) seppur sono ammessi gli interventi di cui all’art. 49 della L.R. n. 19/02 e ss.mm.ii. (“Miglioramenti tecnologici”) di contro vengono vietate, di fatto le seguenti lavorazioni:

  1. Realizzazione del “Cappotto Termico” che favorisce la riduzione dei consumi energetici degli edifici in quanto è previsto obbligatoriamente l’utilizzo di intonaco a calce trattato a frattazzo;
  2. Divieto dell’installazione di impianti solari termici e fotovoltaici e la realizzazione di pergolati fotovoltaici di pertinenza, nei fabbricati ricadenti nella perimetrazione del centro storico.

La realizzazione di quanto su detto ai punti 1 e 2, risulta essere essenziale per l’applicazione del superbonus e per ridurre i consumi energetici in maniera concreta.

Desta particolare perplessità anche la perimetrazione del centro storico, che nella sua ultima redazione, tav. P2.c, ingloba zone che nel vecchio PRG erano limitrofe al centro storico e che non hanno alcun valore storico, artistico ed identitario, caratteristiche necessarie di un centro storico.

Questo perché vengono esclusi gli interventi di riduzione delle dispersioni termiche (cappotto) e la possibilità di condizionare gli ambienti con macchine ad elettricità sostenute da una produzione propria di energia rinnovabile e pulita quale il fotovoltaico.

Tale regolamento nella sua attuale costituzione esclude ogni possibilità per i fabbricati ricadenti nell’area identificata quale “centro storico” di usufruire di un importante opportunità di riqualificazione e rivalutazione quale il Superbonus. Di contro potrebbero favorire un ulteriore spopolamento del centro storico e la perdita del patrimonio edilizio esistente, anche in contrasto con le ultime proposte dell’amministrazione comunale di favorire l’acquisto delle abitazioni del centro storico.

Per quanto anzidetto si chiede di intervenire celermente con un idoneo atto tecnico-amministrativo che costituisca una norma transitoria cui i tecnici progettisti possano far riferimento, che consenta l’applicazione di tutti gli interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico al fine di favorire il recupero e la valorizzazione del tessuto urbano del centro storico.

Inoltre si chiede una ridefinizione della perimetrazione del centro storico, tenendo conto dell’effettivo valore storico, artistico e identitario del tessuto urbano esistente. Identificando quei fabbricati che rivestono una particolare valenza da preservare con norme più restrittive.