Perseguitavano la vicina di casa Indagate 4 persone del luogo

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Ordinanza cautelare applicativa, misura del divieto di avvicinamento. Questa la pena inflitta a quattro persone di Bisignano, S.I., M.E., M.G., e R.M. indagati perchè “in concorso tra loro, con più condotte reiterate nel tempo, minacciavano e molestavano M.M., infastidendola a disturbandola in vari modi”.
Nella richiesta del Pm, Salvatore Di Maio, si legge ancora: “In particolare proferivano costantemente al suo indirizzo frasi fortemente intimidatorie e compivano gesti minatori, la importunavano ogniqualvolta ne avevano occasione, la offendevano continuamente, apostrofandola con frasi ingiuriose ed insulti di ogni tipo assumevano reiteratamente atteggiamenti fortemente aggressivi”…

La vicenda è stata seguita personalmente dal maresciallo comandante della stazione dei carabinieri di Bisignano, Giuseppe Motta e dal suo vice maresciallo Vincenzo Ricci. Per come si desume dagli atti della Procura, i militari dell’Arma, nel tempo, hanno raccolto varie deposizioni e testimonianze da persone informate sui fatti, richiedendo l’applicazione di tali misure all’autorità giudiziaria. Il Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Cosenza, Salvatore Di Maio, dopo avere valutato il voluminoso fascicolo dei Carabinieri, ha avanzato, appunto, le proprie richieste al Gip Francesco Luigi Branda, il quale ha emanato il provvedimento interdittivo.

Provvedimento che, in pratica, consiste nel divieto di avvicinarsi alla persona offesa, di stazionare nei pressi della sua abitazione e comunque dargli fastidio in nessun modo. La storia, che viene da lontano, avrebbe alla base un contenzioso fra i quattro e la vittima, per gravi reati di natura penale. Negli atti della Procura viene riportato un particolare: “particolarmente inquietante è l’episodio verificatosi all’inizio di luglio 2010” allorchè una delle persone a cui il provvedimento del giudice è rivolto, “in presenza di più persone, non ha esitato ad intimidire pesantemente la persona offesa addirittura all’interno del Palazzo di Giustizia, mentre la stessa era in attesa della celebrazione dell’udienza preliminare per i fatti sopra esposti”.

La misura adottata dal magistrato, è nuova per la comunità bisignanese ed è frutto di un paziente e minuzioso lavoro investigativo, testimoniale e di ricostruzione fatto dai militari dell’Arma di Bisignano, che hanno trovato poi riscontro negli atti della Procura cosentina.