Uno screening sulla Passione vivente 2018

Letture: 5202

Si è conclusa la quinta edizione della premiata “Passione vivente” di Bisignano, la cui regia e coordinazione artistica spetta all’ass. INRI.

Ma la serata è stato un flop a livello artistico. Magari qualcuno più buono guarderebbe al lato amatoriale del progetto con un ammiccare, bisogna però confrontarsi col fatto che si è alla quinta edizione, dopo una premiazione venuta da Noto, in provincia di Siracusa, quindi errori come attori che bisbigliano coi microfoni accesi non sono certo ammissibili.

Quest’anno l’impianto teatrale che si è voluto dare con la scenografia tripartita, abbandonando quindi il carattere itinerante, forse è stato un autogol. Solo 500 sedie per uno spettacolo di oltre due ore è una dichiarazione di non importarsene per quante persone rimangono a vedere, specie se la piazza si riempie tutta con oltre 2000 persone. Una scenografia però, molto bella. I complimenti dati alla fine al M.to Pasquale Aiello, artista, sono stati meritatissimi.

Queste e altre piccole defaillance hanno reso sicuramente molto bene il carattere popolare dello spettacolo, senza però dare un vero godimento a chi osserva, trovandosi sbattuto contro spalle date al pubblico anche quando non erano necessari, recitazioni poco convincenti e anche i passaggi tra i (ben) 4 Gesù, poco efficaci. Due su quattro cambi sono stati troppo palesi togliendo tutta la magia al momento.

Vero e unico piacere si sono dimostrati però i legionari della Leg. X Fretensis, associazione di rievocatori di Mendicino. Evocativi con le recitazioni in latino e con la fustigazione, hanno saputo dimostrare d’essere la punta di diamante dell’intera messinscena.

Le poche altre note positive, quindi si sono perse nel complesso. Un complesso che ha dimostrato che forse sarebbe il caso di fare un passo indietro con le pretese, di tornare ai vecchi schemi e fare onore al titolo assegnato a Bisignano di “Città della Passione Vivente 2018”. Francesco Iorio ha anticipato che INRI tornerà all’attacco quest’estate con una commedia e poi col “Presepe vivente”. Chissà se useranno le esperienze di quest’edizione per migliorare già tra pochi mesi.

Alfredo Arturi