Paracarri, paracaduti, paraculi e parannanza

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todo cambia

Matteo Salvini eletto in Calabria può considerarsi una beffa non meno che i 300 voti ricevuti al Senato ed i 314 alla Camera dalla Lega Nord a Bisignano, ma l’idea di una sezione locale della Lega Nord non si sa se classificarla come una boutade di qualche buontempone o una fake news bell’e buona. Sull’onda dell’entusiasmo, del resto, tutto è possibile. …Simu i Visignanu, atri ca cazzu!

Una sezione della Lega andrebbe a rimpinguare la già variopinta geografia politica bisignanese, fra partiti(ni) ormai estinti, circoli alla memoria, associazioni di fantapolitica, club di cinofili, conventicole e cenacoli vari. Ognuno col suo bel gruppetto di tesserati, iscritti e coscritti armati di buone intenzioni e di smartphone per catturare il godimento del momento con un selfie da immolare su instagram, e per rimarcare la propria esistenza in vita con un like o una condivisione su facebook.

La real-politik attenta e scrupolosa non riposa e mima il suo gioco per sopravvivere a se stessa. Chissu o chiru non importa, ca tutto ’u scartu è a dinariChissu o chiuru poco importa c‘a musica ‘un cangiariChissu e chiru, runami tiempu ca pu’ virimiBasta ca ce sta ‘o sole, /ca c’è rimasto ‘o mare, /na nenna a core a core, /na canzone pe’ cantà…

I più arrancano o annaspano. Chi veste i panni di consigliere e para ca si vo’ mangiari u munnu, chi è incerta se sia meglio spacciarsi per assessore alla cultura o influencer alla Ferragni, chi fa il saputello, chi fa lo gnorri, chi si mette in attesa pp’un sapiri adduvi si spartiri e/o si jittari, chi aspetta l’input o nu mmuttunu, chi s’industria per non perdere un turno, chini si mintari a vrigogna ppi cappiellu e chini si mintari u cappiellu ppi vrigogna, chi fa il sindaco e chi il vicario… Dopo le infatuazioni le insinuazioni e le farneticazioni. Intanto i bisogni a sfottere e fottersi i sogni nell’illusione ca u bisuognu ‘mparari a via.

Passa r’oj e bbeni dumani, le amministrazioni si susseguono uguali a se stesse, con qualche sbavatura in più o in meno per via dell’effetto fotocopia o del tempo che si fugge tuttavia. Mentre le ombre s’allungano, la strada appare già (di)segnata. Nell’indifferenza e diffidenza del quieto vivere qualche lettera anonima, ben indirizzata, per lavarsi la coscienza o per rimestare nel torbido, fra mezze verità e non detto: ca chello ca se vere nun se crere! Ogni asta di bannera, era zappa, vrazza e manu/ Era terra siminata, pani càudu, furnu e granu.

La sovranità appartiene al popolo, pare. E il popolo vota, anzichenò. …Ma quanto vale un voto? Vale il reddito di cittadinanza o la flat tax? Vale lo sbarco negato dell’Aquarius o lo sfruttamento e la riduzione in schiavitù dei migranti clandestini e non? Vale la paura dei ladri in casa o la sicurezza di una pistola sul comodino? Vale quattru sordi sutta u mattuni o l’ansia di dove battere e come sbattersi per far quadrare i conti? Vale una corsia d’ospedale dell’Annunziata o un viaggio verso altre mete? Vale un santo a cui votarsi o una porta sbattuta in faccia? Vale…

Nell’indeterminatezza della scelta, se sia meglio il sovranismo o la sovranità limitata sia fatale, se il populismo sia più qualunquismo o menefreghismo, lancinante l’evidenza: quando tempo ci vorrà alla Legadi Salvini o ai Cinquestelle di Di Maio ppu scumpariri, per adeguarsi alle usanze, per accogliere gli orfani e riconvertire l’usato sicuro, per non farci rimpiangere il passato? Ma è proprio vero che: facennoce ‘e cunte,/ nun vale cchiù a niente / ‘o passato a penzà?

Cambiamento o rinnovamento? Mutamento, mutazione o solo muta come ppi ri crussuna? Metasmorfosi, trasformazione o solo trasformismo di vecchio stampo? Che, poi, io non l’ho ancora capita, la corruzione è nata prima o con la politica? Un po’ come la storia dell’uovo e della gallina… Una consultazione elettorale può sicuramente cambiare i membri di un’intera assise, ma ciò non implica necessariamente un effettivo cambiamento dell’azione del governo nazionale o di un’amministrazione locale e soprattutto che la loro azione si traduca in risultati effettivi, concreti, duraturi, per tutti. La corruzione continua a fare notizia senza disdegnare il nuovo che avanza. Tangentopoli non è mai passata di moda. …Il metodo De Lorenzo-Poggiolini, …il metodo Bossi-Belsito …il metodo Buzzi-Carminati. …il metodo Parnasi, …il metodo Catalanotti, …che vuoi che importi! Tutto fa brodo.

E tu m’addimmanni: di pesce o di gallina? Ma cchi tti nni fricari a tia? L’importante è non finire spennati o fritti!

Una testa, un voto. Non tanto ad indicare che ci vuole testa nel voto, quanto a sottolineare che la scelta sul simbolo da contrassegnare con la classica croce può essere una e una sola, indipendentemente dalla consultazione e dalla legge elettorale. Listini, premi di maggioranza, soglie di sbarramento, assegnazione dei seggi su base regionale e/o nazionale fino a che punto, però, non inficiano la validità dell’assioma di cui sopra? Capita, infatti, che chi non è eletto nel collegio venga salvato dal paracadute del fantomatico listino proporzionale oppure, in caso di elezione in più collegi, che venga assegnato al candidato il seggio in cui ha preso la percentuale minore cosicché, può succedere, che Salvini venga eletto in Calabria.Quando si dice: metterci una croce sopra! Difendo la mia casa, difendo i miei valori /Difendo la famiglia da tutti gli invasori. A chi scommetti che toccherà in sorte, a ssi ragari  ss’atra crucia n’cuollo?

Cos’è un voto? Una scelta, una condivisione, un’adesione, una condanna, una scommessa, un atto di fede, un atto di dolore, un atto di carità, un atto di speranza o, sic stantibus rebus, una semplice costrizione? Ci si sente come obbligati. Peggio, in dovere! Accussì, invece di votare ‘a mugliera i’ Adamou fratu ‘i Occhiutou figliu ‘i Gentileu niputi ‘i Mancini, t’arridduci a vutari Laura Ferrara o Nicola Morra …ca viriri tu s’è cosa! Del resto, chi non vuole il cambiamento, risollevare le proprie sorti, farsi una posizione, rifarsi, fari nu piaciri a n’amico, credere alla cicogna o vincere alla lotteria? E poi un bullo vale un altro. Berlusconi, Renzi o Salvini che vuoi che importi? E se il voto fosse solo un gratta e vinci? Per quanto tu pigli e gratti, con le tue belle e alte aspettative ogni volta intatte, ogni vota finiscia ca ‘u piju ‘nculu!

Volatilità e volubilitá degli elettori, negli ultimi decenni, si sono rivelati non inferiori a quella degli eletti. E, al di là dei vari appuntamenti elettorali e dei sondaggi, elettori ed eletti appaiono, sempre più, entità interscambiabili, nonostante i privilegi e le immunità dei primi non ne diminuiscono la percezione di casta agli occhi dei secondi. La crisi della militanza, della rappresentatività, la scomparsa dei partiti di massa, i continui cambi di casacca e la risacca dei soliti noti sempre a galla, la morte (s)consacrata delle ideologie ed i gravi acciacchi della democrazia, l’autoreferenzialità dell’establishment, i politici ruspanti che annaspano senza inibizioni rincorrendo l’audience, le dirette facebook, gli slogan, le armi di distrazioni di massa, il pregiudizio, i falsi idoli e il cervello all’ammasso, gli annunci ed i riannunci, le promesse giurin giurello, le tiritere trite e ritrite sulle riforme, sull’Europa, sulla sicurezza, sui diritti e sul rovescio… in un clima di campagna elettorale permanente (che qui stiamo scrivendo la storia per dirindindina!)… e le tue belle e alte aspettative sempre lì linde ed intatte. Cchi dici: pruvamu cu n’atru gratta e vinci?

E cchi cazzi!  …Ma ‘unn’è malu ch’è vizziu?

IlchiuR.Lo