25 anni senza Mario Brega. A settantuno anni si spegneva l’uomo che pestò Gordon Scott
“Arzate! Arzate a’ cornuto arzate j’ho detto!!” Questa è solo una delle più famose e spassose battute recitate da Florestano Brega, in arte Mario, l’attore romano noto ai più soprattutto per aver lavorato con Carlo Verdone in “Borotalco”, “Un sacco bello” e “Bianco, rosso e verdone”.
Venticinque anni fa Roma e l’Italia perdevano un gigante buono, un romano verace, capace di far ridere il pubblico anche solo attraverso qualche suo sguardo buffamente adirato, come in “Un sacco bello”.
Nato a Roma nel 1923, un omone di un metro e 89 centimetri i cui esordi cinematografici si riscontrano nella pellicola “La marcia su Roma” di Dino Risi, del 1962, nel quale interpreta il fascista Marcacci, detto “il mitraglia”; oltre a un piccolo ruolo nel film del 1971 “Detenuto in attesa di giudizio”, con Alberto Sordi, in cui interpreta un ergastolano. Ma la vera ascesa al successo inizia quando Sergio Leone, padre dello spaghetti – western, lo scrittura per tre ruoli differenti nella trilogia del dollaro: è stato Chico ne “Per un pugno di dollari”; El Niño nel film “Per qualche dollaro in più”; e lo spietato caporale dell’esercito nordista Wallace in “Il buono, il brutto, il cattivo”. Più avanti avrà anche un ruolo in “C’era una volta in America”, sempre di Sergio Leone, in cui interpreta uno degli scagnozzi assoldati per trovare Noodles, questi interpretato da Robert De Niro.
Ma i ruoli che determinarono ancora di più la sua popolarità, oggi soprattutto se si guardano le pagine social a lui dedicate, sono quelli affianco a Carlo Verdone. Nei suoi film risiedono sequenze memorabili che ancora oggi vengono riproposte nei più svariati contesti, come la scena in cui lui e Verdone sono nel negozio, nel film “Borotalco”, e Brega racconta della scazzottata con due balordi, andando verso via Veneto. Non molti forse sanno che, quell’episodio accadde veramente, sul set di “Buffalo Bill, l’eroe del Far West”. A causa di colpi dati evidentemente con eccessivo realismo dall’attore protagonista Gordon Scott, ne sfociò una vera e propria scazzottata il quale epilogo, a detta di Brega, fu lo stesso descritto in “Borotalco”.
Altra iconica interpretazione è quella del padre di Ruggero, in “Un sacco bello”; celebre, tra le altre, la battuta: “A’ zoccolè mica so’ comunista così sa? So’ comunista così!!!”. Altri, ancora, lo ricordano semplicemente come Er Principe, il rude camionista di “Bianco, rosso e verdone”. La scena che rimase nella storia fu proprio quella della puntura alla Sora Lella, la compianta Elena Fabrizi, laddove subito dopo il suo sguardo passò al timido, goffo e impacciato Mimmo: “A’ giovane sta mano po’ esse fero, e po’ esse piuma; oggi è stata una piuma”.
Francesco Sarri