L’amore (?) ai tempi di Tinder

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Una nuova app sta rivoluzionando il modo di conoscere le persone: il suo nome è Tinder. Caratterizzata da un logo con una fiammella arancione, utilizza il Gps e serve a mettersi in contatto con le persone vicine. Per dire del fenomeno, i Giochi olimpici invernali di Sochi sono stati ribattezzati “Tinder games” dopo che diversi atleti hanno ammesso di usarla.

L’utilizzo di questa applicazione necessita di uno smartphone e una connessione alla Rete che permette di agganciarsi al profilo Facebook dell’utente. A quel punto “Tinder”, combinando le passioni in comune e la localizzazione, mostra i volti degli utenti che si trovano nelle vicinanze. Se c’è qualcuno che piace basta cliccare sul cuoricino rosso o scorrere il dito verso destra. Se la foto non colpisce si clicca sulla “X” o si scorre verso sinistra. Quando la persona che ci ha colpito ricambia il giudizio allora si apre una finestra per chattare e per combinare un incontro.

Questa app sta raggiungendo grandi risultati in Italia: basta considerare che ogni settimana gli utenti aumentano del 20-25 %. Essa però si porta dietro numerose polemiche morali, poiché coloro che la usano hanno come principale obiettivo quello di incontrare qualcuno per passare semplicemente una notta insieme e non per usi di maggiore importanza relazionale.

Secondo le ultime statistiche il numero delle persone che usano “Tinder” è 7.216.151, così suddivisi: un iscritto su dieci ha tra i 13 e i 17 anni, la metà tra i 18 e i 24 e uno su tre tra i 25 e i 34. Un segmento, l’ultimo, in forte crescita. Rispetto ad un anno fa, il numero di chi accede a “Tinder” ogni giorno è aumentato del 1.233 per cento.

L’amore (e non solo) ai tempi della rete 2.0 è anche questo.

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