La nuova perizia: Bergamini morì per soffocamento

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L’esito shock della superperizia, Il calciatore del Cosenza è morto per soffocamento. E’ quanto stabilisce la nuova perizia medico-legale effettuata sulla salma del calciatore. A darne notizia “Il Quotidiano”, con un ampio servizio che ricostruisce tutto. Nel fascicolo dell’indagine, guidata dal procuratore di Castrovillari Eugeninio Facciolla è stata quindi depositata nei giorni scorsi la nuova perizia che, a questo punto, rappresenta un’ulteriore conferma agli accertamenti eseguiti dai carabinieri del Ris nel 2012, quando è stato dimostrato che, se il calciatore si fosse suicidato e lanciato sotto il camion, le scarpe, la catenina e l’orologio di Denis Bergamini sarebbero stati quantomeno danneggiati. E invece tutti gli oggetti che indossava il calciatore erano intatti.

Già 28 anni fa la prima autopsia aveva seriamente contraddetto la ricostruzione dei fatti: sul corpo non c’erano nemmeno i classici segni di trascinamento per tanti metri sotto un mezzo pesante.

La riesumazione del corpo

La salma di Donato Bergamini è stata riesumata lo scorso luglio dopo la riapertura dell’inchiesta da parte del Procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla, seecondo il quale dietro il caso Bergamini potrebbe nascondersi un omicidio. L’esito del sofisticato esame autoptico, indica quindi che il calciatore trovato cadavere nel 1989 a Roseto Capo Spulico è morto per soffocamento.

Al momento sono formalmente indagati sia l’ex fidanzata di Bergamini, che l’autista del camion.

 

“Chi l’ha ucciso ora trema”

L’esito della nuova perizia sarebbe quindi incompatibile con l’ipotizzato decesso causato dall’impatto con il camion in movimento. “Leggo delle indiscrezioni pubblicate oggi. Io ho seguito passo passo ogni momento delle operazioni peritali per stare vicino a Denis. Il suo corpo parla. Il suo amore violato parla” – scrive su Facebook Donata Bergamini, la sorella di Denis. Lei e la sua famiglia combattono ininterrottamente dal 1989 per far emergere la verità sulle circostanze di quella morte. “Sono certa che chi lo ha ucciso ora trema e fa bene. voglio vedere in carcere i suoi assassini. Tutti” – conclude Donata.