La LIPU contro il calendario di caccia regionale

Letture: 4526

Che la salvaguardia dell’ambiente non sia nelle priorità dei cacciatori, è cosa talmente risaputa che ormai si può parlare di luogo comune. Ma che anche la giunta regionale non s’interessi di quello che sono chiamati a proteggere e incentivare potrebbe risultare disastroso. O almeno, questo traspare dal comunicato stampa della LIPU di Rende: «Di recente la Giunta regionale della Calabria ha approvato il calendario venatorio per la stagione 2018/2019, nonostante le continue richieste delle associazioni ambientaliste si è preferito continuare a perpetrare gli errori del passato».

Il perché è presto detto: «Sono state mantenute le vergognose preaperture al 1 settembre ed il posticipo della chiusura al 10 febbraio ed inoltre, l’inaccettabile presenza di specie in grave declino globale come l’allodola, la pavoncella, il moriglione, il tordo sassello, la tortora selvatica e il combattente». Queste specie, secondo il rapporto Birds in Europe (III ed., 2017), della prestigiosa rete BirdLife International, «soffrono a causa dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura intensiva e della distruzione del loro habitat naturale ma continuano, nonostante le difficoltà, ad essere oggetto di prelievo venatorio».

Anzi, i dati sarebbero ancor più preoccupanti considerato che cinque delle su citate specie vedono aggravate il loro stato diventando SPEC 1, ossia “specie minacciate a livello globale”. E perché dovrebbe preoccuparci? «I volatili, oltre che parlarci della bellezza della natura ci indicano il modo in cui trattiamo il nostro pianeta. Se una specie è in crisi, è quasi sempre perché le nostre attività sono eccessive e mal condotte» si continua a spiegare nel comunicato stampa «Si tratta di modificare radicalmente alcune pratiche, fermare il cattivo sfruttamento del territorio, aumentare le tutele degli habitat naturali e delle rotte migratorie, ma anche, attivare misure d’urgenza, per questo chiediamo alla Giunta Regionale presieduta dall’On. Mario Oliverio, di escludere dalla lista delle specie cacciabili le 6 sopraindicate, di eliminare le preaperture e i posticipi dal calendario venatorio e aumentare la vigilanza, stabilendo un piano di controllo organico che preveda anche il ripristino delle storiche competenze in capo ai corpi di Polizia Provinciale».

Insomma, un po’ come quando a casa nostra lasciamo che si guasti il cibo. Siamo sempre col portafoglio e la pancia vuoti.

Alfredo Arturi