I Cittadini fanno una petizione per il Santuario di Sant’Umile

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I cittadini, stanchi delle incertezze sul futuro del convento di Sant’Umile, hanno deciso di scendere in piazza, preparandosi a difendere i loro diritti religiosi con le unghie e con i denti. In questi giorni è stato costituito un comitato spontaneo, allargato a chiunque voglia effettuare una petizione popolare per l’immediata riapertura del santuario e del convento di Sant’Umile. Le firme dei cittadini sono raccolte, ogni giorno, nella sede del “Museo del Palio”, dalle ore 9.30 alle 12, e di pomeriggio dalle 18 alle 21, e la partecipazione dei cittadini bisignanesi cresce giorno dopo giorno. Il museo, situato all’interno del Viale Roma, manco a farlo apposta, è ubicato in via Lucantonio Pirozzo, il nome da ragazzo di Sant’Umile, e i cittadini hanno preso tutto questo quasi come un portafortuna nella loro battaglia…

I firmatari della petizione e gli elementi che compongono il comitato tendono a rimarcare un solo, ma principale, punto: solo al termine della definitiva riapertura di tutto il convento ci sarà la tregua. Sono stati ben cinquemila i volantini distribuiti tra le vie del centro storico e delle campagne, e nel testo si può leggere come: <<I Frati Francescani risiedono a Bisignano da 800 anni, e la loro presenza ha sempre rappresentato un insostituibile punto di riferimento non solo per i bisignanesi, ma anche per le comunità vicine. E’ impensabile e assurdo che questo luogo Santo venga privato ai fedeli, a quanti con devozione e amore frequentano il santuario, volendo bene ai Frati, e soprattutto, a quanti si rivolgono con fede e devozione a Sant’Umile>>. La richiesta principale, per i rappresentanti del comitato, è l’immediata riapertura della chiesa e del convento, con l’annesso ripristino di tutte le funzioni religiose, mentre un altro invito è rivolto verso il ritorno del Crocifisso seicentesco, opera di Frate Umile da Petralia, trasferito, subito dopo lo smottamento, in un altro luogo. Da una prima stima approssimativa, le firme raccolte sfiorano quota mille (già, dunque, il 10% della popolazione bisignanese), mentre la petizione ora ha raggiunto anche gli altri paesi confinanti nel cosentino. Inoltre, a poco più di un mese dai solenni festeggiamenti, questi ultimi sono messi ancora in dubbio dal punto di vista religioso. I bisignanesi hanno sottolineato, in più riprese, l’intenzione di rinunciare ai festeggiamenti civili, nel caso cui mancherebbero le tradizionali funzioni religiose, previste da sempre per l’ultima settimana d’agosto.

Massimo Maneggio