Giorno della Memoria. A Ferramonti di Tarsia si ricordano le vittime della Shoah

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Come ogni 27 Gennaio, a Ferramonti di Tarsia si ricordano le vittime della Shoah. Quest’anno, saranno quattro le giornate dedicate al ricordo dello scempio di una delle più tristi pagine di storia dell’umanità, con l’obiettivo, di ricordare per non ripetere. Nell’ex campo di concentramento, si tornerà indietro nel tempo per permettere le dovute riflessioni attraverso testimonianze dirette, di persone che con Ferramonti hanno avuti a che fare in prima persona. Saranno, infatti, presenti per l’occasione Dina Friedman Semadar, nata a Ferramonti nel 1944; Rachel Porcilan, nata a Ferramonti nel 1943; e Joseph Wesel, nato a Ferramonti nel 1943; a raccontare le proprie esperienze alle scolaresche che parteciperanno alla manifestazione.

Oggi a Ferramonti, dopo la deposizione della corona al monumento degli ex internati (alle ore 9.30), si terranno delle riflessioni sulla giornata che vedrà impegnati il sindaco di Tarsia Antonio Scaglione, il presidente Panebianco, il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio. Seguirà la consegna delle Medaglie d’Onore ai cittadini italiani e familiari deportati nei Lager nazisti residenti in provincia di Cosenza da parte del Prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro. In conclusione vi saranno le testimonianze di Dina Friedman Semadar, Edith Fischof Gilboa, internata di Ferramonti nel 1941, Rachel Porcilan e Joseph Wesel.

Nel programma di iniziative che si tengono in questi giorni a Ferramonti, c’è anche una visita a Bisignano, comune confinante con il territorio di Ferramonti, la cui popolazione ebbe stretti contatti con i prigionieri del campo di concentramento. Infatti, i contadini di Bisignano, che avevano rapporti di grande fratellanza con i deportati, ricambiavano con i prodotti della terra le prestazioni di medici e di altri professionisti che vivevano nel Campo. Proprio a Bisignano nella chiesetta di S. Bartolomeo (da tempo chiusa al culto), si conserva ancora un dipinto che rappresenta il martirio di San Bartolomeo. Il dipinto è opera di Michel Finghesten, docente nell’Accademia delle Belle Arti di Berlino, ospite del Campo di Ferramonti di Tarsia sino al 1943, poi deceduto a Cosenza, a cui il dipinto era stato commissionato dal parroco della chiesetta, don Peppino Savaglia che era diventato amico del docente tedesco e che voleva affidare al culto dei suoi parrocchiani il dipinto del martire cui era dedicata la sua chiesa.

Intanto la Cabiria Film del regista e produttore Giacomo Franciosa, ha annunciato che il campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (il più grande lager d’Italia) diventerà un documentario e un film. Il campo fu il primo a essere liberato dagli Alleati il 14 settembre 1943, ma l’ultimo ad essere lasciato (dicembre 1945), perché “un buon gruppo di ebrei decise di rimanervi spontaneamente, in attesa di tempi migliori, realizzando un vero e proprio Kibbutz”.

Video da Telecosenza: