Il futuro dell’investimento passa dal consulente finanziario

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Indecisi, confusi, poco informati. L’Italia è piena di cittadini che hanno a disposizione una buona quota per investire, ma che hanno paura di dilapidare quanto accumulato in progetti che potrebbero rivelarsi poi sbagliati.

Trascorsi gli anni bui della crisi, anche i paesi più piccoli del territorio nazionale puntano alla rinascita, ma questa è possibile solo se i cittadini tornano ad investire quanto finora hanno accumulato. Il “movimento del mattone” è in realtà più rischioso di quanto si possa pensare, visto che è fortemente soggetto alla svalutazione degli immobili, alla stagionalità e anche all’inflazione. Per questo coloro che posseggono discrete somme possono pensare di investire in un piano di risparmio a medio o lungo termine. Non si tratta di uno strumento totalmente innovativo, ma che supportato dalla tecnologia assicura una trasparenza, maggiore fruibilità e una importante riduzione dei costi. Attraverso il robo-advisor è possibile infatti valutare l’evoluzione dell’investimento direttamente sul proprio smartphone, abbattendo quindi le barriere fisiche e migliorando la fruizione di un servizio che mette in gioco i risparmi degli italiani, ma lo fa in modo maggiormente consapevole e meno rischioso rispetto al recente passato.

È il ruolo del consulente finanziario il cardine di questo cambiamento rivoluzionario. L’evoluzione di questa carriera allontana tali professionisti dalle esigenze del soggetto che immette sul mercato i prodotti finanziari, e lo avvicina maggiormente alle esigenze del cliente. Dopo una prima fase di profilazione del potenziale cliente, in cui è molto importante il supporto della tecnologia per valutare la propensione al rischio, le conoscenze e la maturità finanziaria, il consulente, reso indipendente da banche e istituti vari, può proporre in maniera disinteressata tutti i prodotti presenti sul mercato, fornendo tutte le informazioni necessari e al contempo riducendo i costi di gestione e le spese d’ingresso. Con l’entrata in vigore del MiFid II, che adegua il mercato italiano alla regolamentazione presente nel resto d’Europa, la figura del consulente finanziario sarà ancora più importante.

A spiegarne il futuro è Luigi Conte, vice-presidente vicario dell’Anasf , Associazione Nazionale dei Consulenti Finanziari, a margine di una tavola rotonda durante il PFExpo di Milano: “Lo sviluppo storico della professione del consulente finanziario si è caratterizzato per la capacità di precorrere i tempi e, dunque, di anticipare il processo di ‘convergenza normativa’ che ha definito il quadro entro cui si inserisce lo svolgimento dell’attività. La norma, in tal senso, ha riconosciuto gli aspetti chiave che già risultavano nelle “corde operative” dei singoli professionisti e che trovano il proprio fondamento nel processo ideale di affiancamento al risparmiatore. Questo percorso di evoluzione storica fornisce a ogni consulente finanziario il bagaglio di conoscenze e competenze necessario ad affrontare le sfide del futuro”.

Secondo i dettami della nuova normativa, i consulenti finanziari dovranno concentrarsi maggiormente sulla relazione con i clienti, ma senza tralasciare gli input provenienti dal contesto sociale e macroeconomico. Poiché il cittadino si trova a fronteggiare una nuova sfida demografica, è costretto a rivalutare spese e introiti considerando una speranza di vita decisamente più lunga e una contestuale diminuzione della natalità. In tale ottica, l’investimento punta al lungo periodo per guardare al futuro con meno patemi, tra progetti, studio e rendita in vista della pensione. Alla luce di questo contesto storico e sociale, il consulente non può restare inerme, ma deve accogliere le istanze dei clienti, migliorare le proprie competenze e pensare a nuove prospettive. Il suo ruolo è fondamentale per veicolare gli investimenti del futuro.