Counselor e psicologo: quali sono le differenze?

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Da ormai un po’ di anni è nata una nuova figura professionale nell’ambito “terapeutico” e che va a contrapporsi alla figura dello psicologo: stiamo parlando del counsellor.  Tra queste due figure e tra le associazioni di riferimento, sono nate delle dispute abbastanza significative sui vari ambiti di competenza.

Infatti nel pensiero comune entrambe le figure si pongono come un sostegno e un supporto per tante persone che hanno disagi psicologici e quindi sono molto importanti specialmente nei momenti collettivi molto complessi come è stato per esempio il lockdown.

In quel periodo in tante persone si sono scatenati dei disagi che covavano già da tanto tempo oppure sono nati per via della costrizione interiore e mentale di dovere stare a casa e convivere con partner e familiari in pochi metri quadri.

Quindi molte persone non potendo chiaramente uscire di casa hanno usato la tecnologia per rivolgersi e farsi aiutare e supportare da un professionista come appunto un counsellor, un coach ma soprattutto la figura dello psicologo on line è stata fondamentale e ha dimostrato che anche attraverso il web si può aiutare il proprio paziente.

Ma quali sono le differenze specifiche tra la figura dello psicologo e del counselor?

Psicologo e counselor: differenze dal punto di vista normativo

Uno psicologo è chiaramente un professionista che per arrivare a svolgere questo lavoro ha dovuto fare un percorso formativo lungo e complesso, come è previsto dalla normativa vigente. Al contrario il counselor è una figura professionale non è regolamentata da questa normativa e questo significa che non viene indicato e richiesto un percorso formativo specifico e ne viene spiegata bene la funzione che ha a livello terapeutico.

Esiste una legge,la 4/2013, che va a regolamentare e disciplinare quelle professioni che non sono ordinate e categorizzate in collegi e ordini, ma non esiste una dedicata al counseling in maniera specifica e quindi in estrema sintesi non esiste per la legge italiana la figura del Counsellor.

Nonostante questo continuano a nascere tante scuole di counseling e anche tanti corsi:il problema è che non essendoci normative precise sono tutte molto diverse tra di loro:ce ne sono alcuni che durano pochissimi giorni, altri che durano anni, altri ancora che propongono materie diverse e anche in modalità on line.

I corsi sono di vario tipo:troviamo counseling filosofico, psicobiologico, artistico,alimentare,socio sanitario e tanti altri. Ma visto che non esiste una direttiva pubblica e ufficiale che protegge questa categoria,alcuni counsellor hanno deciso di organizzarsi privatamente e di creare delle associazioni di categoria.

Una delle più rappresentative si chiama CNCP, Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti, ed è quella che ha deciso quali sono i livelli di competenza che servono a un professionista per essere accolto da loro.

Una delle regole è che bisogna fare almeno 450 ore di formazione e alla fine fare anche un tirocinio per potersi definire qualificati e idonei ad essere counsellor presso il CNCP. Teniamo presente che spesso e volentieri un Counsellor non è laureato in psicologia o magari è solo diplomato.

In sintesi: entrambe le figure nella pratica sembra che facciano le stesse cose ma con la differenza che il percorso dello psicologo è molto più lungo ed è riconosciuto dal punto di vista normativo.

Quindi queste differenze ha portato tante dispute ,ma, secondo tante sentenze, i disagi profondi dal punto di vista psicologico sono di competenza solo ed esclusivamente dello psicologo. La questione è complessa:ognuno porta acqua al suo mulino ma  è indubbio che il rischio di sovrapporre le competenze è molto alto e quindi l’auspicio è che i counsellor trovino il modo di differenziare il loro lavoro senza creare dispute che rischiano di essere controproducenti.