Condannati medici e spacciatori di antidolorifici

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BISIGNANO – Arriva la sentenza del giudice dell’udienza preliminare relativa all’inchiesta “Fentanil” che un’anno fa aveva fatto scalpore a Bisignano. Si è conclusa ieri infatti la sentenza preliminare contro 15 sospettati per attività di spaccio “non convenzionale”, prescrizione abusiva di farmaci psicotropi, ad opera dei medici di base e truffa aggravata di tutti gli indagati al Servizio Sanitario Nazionale. 

La sentenza emessa dal gup cosentino Giuseppe Greco

Le condanne prevedono 5 anni di reclusione per chi, secondo gli inquirenti è stato il principale responsabile di quel traffico di antidolorifici T.F. di 39 anni.  Hanno patteggiato la pena, invece, F.C (1 anno e 5 mesi di reclusione); T.S. (1 anno e 4 mesi); F.R. (1 anno e 4 mesi); F.C. (1 anno e 6 mesi); U.R. (1 anno e 6 mesi); M.M. (1 anno e 10 mesi); K.C. (1 anno). Rinviati a giudizio gli altri 7 imputati: S.N., P.N., V.C., E.P., G.G., F.F., A.D.N

Spaccio dei farmaci oppiacei, l’inizio dell’inchiesta

L’inchiesta portata a termine dai Carabinieri della stazione di Bisignano e del Norm di Rende è nata da un grave episodio che ha visto inconsapevole vittima un bambino di 2 anni. Nel 2013 il piccolo e’ giunto in gravi condizioni all’ospedale di Cosenza e i genitori hanno riferito ai sanitari ed ai carabinieri che il bambino aveva perso i sensi dopo aver ingerito accidentalmente dei farmaci antidolorifici presenti in casa. Da qui l’avvio delle indagini dove emerse un vero e proprio traffico di farmaci a base di Fentanil, sostanza che produce effetti droganti del tutto sovrapponibili a quelli dati dalle sostanze stupefacenti a base di morfina. Lo smercio di tali farmaci sarebbe stato possibile grazie all’illecita prescrizione da parte di medici, su istigazione dei beneficiari, che certificavano false condizioni patologiche non veritiere. I farmaci venivano poi rivenduti a terzi o assunti dai tossicodipendenti.

Con la notifica delle misure cautelari dello scorso anno, i sei medici indagati avevano anche subito sequestri preventivi per un totale di oltre 130.000 euro ed erano stati sospesi, dal gip di Cosenza, per tre mesi dalle loro attività professionali, provocando polemiche e disagi nella comunità bisignanese.

Gli imputati che ieri sono stati rinviati a giudizio, saranno chiamati a difendersi durante il processo che si aprirà nei prossimi mesi.