“Ci toccherà adottare un meridionale a testa” il titolo shock di Libero ancora contro il Meridione

Letture: 4975

Il Reddito di Cittadinanza diventa ancora una volta un pretesto per attaccare il popolo Meridionale. Secondo la prima pagina del quotidiano Libero i grillini “spaccano l’Italia”. Si, perchè, sempre secondo il giornale, ad ogni cittadino del Nord Italia “toccherà adottare un meridionale”. 

Prima pagina Libero 13 Novembre 2018, sta spopolando sui social a causa del titolo anti-meridionale

La prima pagina del giornale di Vittorio Feltri, fa riferimento alla nuova manovra del governo targato M5s-Lega, secondo il quale “favorisce le famiglie del Sud”. Ma non è la prima volta che il giornale Libero Quotidiano si scaglia contro il popolo meridionale, diffondendo messaggi provocatori che tendono al razzismo. Inutile dire che la vicenda ha scatenato indignazione ed una marea di commenti su Facebook.

La pagina “Briganti” ad esempio consiglia ai lettori: “Leggi i rapporti Svimez Fetri cosi capisci chi mantiene chi… LOTA!” Mentre la pagina facebook Terroni di Pino Aprile, Feltri ha passato il limite e “deferirlo all’ordine dei giornalisti per insulti razziali sarebbe cosa sana e giusta, ma il partito unico del Nord lo protegge”. 

Andando a leggere la graduatoria delle provincie sul Reddito di Cittadinanza, si vede come a Napoli, Palermo e Caltanissetta, una famiglia su cinque rientra nelle condizioni previste per richiedere tale redditi e nel Comune di Crotone rientrerebbe una famiglia su tre. Qui scatta il malessere della testata di Feltri che evidenzia come ad esempio a Bolzano il reddito di cittadinanza spetti solo ad una famiglia ogni quaranta. 

Per far capire, a suo dire, la paradossale situazione, la testata evidenzia la distribuzione geografica del versamento Irpef “La sola Lombardia con circa 10 milioni di abitanti versa più dell’intero Sud che conta più del doppio degli abitanti”. Ma vediamo perchè la “sotto specie” di analisi fatta dal quotidiano di Feltri è assolutamente fasulla.

Perchè è falso che il Nord mantiene il Sud?

Libero parla di “scrocconi” che gravano sulle spalle delle famiglie del Nord, senza prendere assolutamente in considerazione gli alti tassi di disoccupazione che si abbattono sul Mezzogiorno, che lo Stato spende 4.350 euro in meno per ogni meridionale; Solo un quarto degli investimenti pubblici arriva al Sud (Prima tra tutte Ferrovie che ha localizzato a Sud solo il 19% dei suoi investimenti), Decreto Milleproroghe con la ripartizione dei fondi destinati ovviamente alle regioni del Nord, Grandi opere (Tav, Mose..) solo al nord e ancor più grave un rischio spopolamento come non era mai accaduto nella storia millenaria del Sud Italia.

Tutto è basato sulle risorse economiche e umane, che si spostano dal Settentrione al Mezzogiorno e viceversa. Se da un lato si ci sono “i trasferimenti netti di risorse pubbliche che da Nord vanno a Sud”, dall’altro ci sono “corposi trasferimenti di risorse a vantaggio del Nord”. A smontare la teoria che il Mezzogiorno drena risorse del Nord è la Svimez, l’Agenzia per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno “La teoria che il Sud drena risorse dal Nord – si legge nel rapporto 2018 – frenando lo slancio della locomotiva del Paese ha rappresentato per troppi anni un comodo alibi, con il quale la parte più ricca del Paese tendeva sostanzialmente ad autoassolversi dalle proprie responsabilità, nell’illusione che, liberandosi della zavorra, sarebbe tornata a crescere”.

La Svimez evidenzia come la crescita del centro-nord sia strettamente connessa all’andamento dei consumi del Sud “20 dei 50 miliardi circa di residuo fiscale trasferito alle Regioni meridionali dal bilancio pubblico ritornano al Centro-Nord sotto forma di domanda di beni e servizi”. Secondo le stime degli economisti la domanda interna per consumi e investimenti del Mezzogiorno attiva circa il 14 per cento del Prodotto interno lordo del Centro Nord.